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2016 11 OTT

"From bench to bedside"

Lo studio americano APIC: fenotipizzare l’asma in età pediatrica

William Busse pubblica sul numero di JACI di ottobre 3 articoli sui risultati dello studio APIC (Asthma Phenotypes in the Inner City), studio che ha coinvolto e seguito per un totale di 12 mesi bambini asmatici abitanti in diverse città americane e provenienti da famiglie a basso reddito.

Il primo articolo, “Distinguishing characteristics of difficult-to-control asthma in inner-city children and adolescents”, descrive quali sono le principali differenze tra bambini con asma difficult-to-control (pazienti in terapia con almeno 500 microg di fluticasone/die ± beta2 long-acting) e bambini con asma easy-to-control (bambini in terapia con 100 microg di fluticasone/die) riconoscendo nel FEV1 e nella reversibilità al broncodilatatore le variabili maggiormente in grado di identificare i due diversi tipi di asma. L’asma difficult-to-control presentava infatti valori costantemente minori di FEV1 e una maggior reversibilità al dilatatore. Importanti nel distinguere i due fenotipi anche la severità della rinite, l’atopia (quest’ultima delineata da IgE totali e sensibilizzazione agli allergeni) e il body mass index, maggiore nei soggetti con asma difficult-to-control. Rispetto al fenotipo easy-to-control, l’asma difficult-to-control era inoltre caratterizzata da un esordio più precoce, da un maggior numero di riacutizzazioni, soprattutto in primavera e autunno, e da sintomi notturni più significativi, soprattutto nel periodo autunnale e invernale. Nonostante l’aderenza registrata alla terapia fosse la stessa nei due gruppi, i bambini con asma difficult-to-control non mostravano alcun trend di miglioramento né nella funzionalità polmonare né nei sintomi nè nel numero di riacutizzazioni.

Lo stesso studio ha poi distinto in “Asthma phenotypes in inner-city children” 5 clusters di patologia differenziandoli in base alla funzionalità polmonare, all’infiammazione delle vie aeree, all’allergia e ai sintomi riportati. I clusters C (23.9%), D (30.4%) e E (15.7%) descrivevano un’asma progressivamente più severa e caratterizzata da un’infiammazione di tipo Th2 con alti livelli di IgE ed elevata sensibilizzazione ai più comuni allergeni. Di questi il gruppo E veniva identificato come candidabile alla terapia biologica. Il gruppo A (14.9%) e B (15.1%) invece mostravano minor infiammazione polmonare, funzionalità polmonare pressoché normale e pochi o nessun segno di allergia. Al contrario del gruppo A, il gruppo B era tuttavia molto sintomatico nonostante un quantitativo elevato di terapia farmacologica ed è in questo gruppo che gli autori identificano un fenotipo di asma considerato nuovo, probabilmente caratterizzato dalla presenza di comorbidità non riconosciute come la rinosinusite o il reflusso gastroesofageo ed esacerbato dall’esposizione al fumo passivo nell’ambiente domestico che aveva infatti una prevalenza maggiore in questo gruppo di pazienti.

Sulla base di questi risultati gli stessi autori hanno sviluppato un complesso modello di equazioni (riportato nel terzo articolo “Pathways through which asthma risk factors contribute to asthma severity in inner-city children”) che dimostra come alcuni fattori di rischio possano determinare più del 50% della variabilità nell’asma severa. I fattori di rischio analizzati sono stati 8: sensibilizzazione allergica, infiammazione allergica, funzionalità polmonare, stress, obesità, livelli di vitamina D, esposizione al fumo passivo e severità della rinite. La sensibilizzazione allergica è emersa come il primum movens della patogenesi dell’asma e come il fattore più importante per la severità della patologia. Anche la stretta associazione individuata tra rinite e severità dell’asma conferma la rilevanza della sensibilizzazione allergica e inoltre ripropone il concetto di asma come patologia che interessa tutte le vie aeree, dalle narici agli alveoli. Altro importante ruolo è quello giocato dal fumo passivo che si conferma una delle cause del peggioramento dell’asma. Tutti gli altri fattori di rischio non sono risultati significativi nell’influenzare la severità dell’asma.

1. Pongracic JA et al.Distinguishing characteristics of difficult-to-control asthma in inner-city children and adolescents. Journal of Allergy and Clinical Immunology 2016;138(4)1030-1041

2. Zoratti EM et al. Asthma phenotypes in inner-city children. Journal of Allergy and Clinical Immunology 2016;138(4)1016-1029

3. Liu AH et al. Pathways through which asthma risk factors contribute to asthma severity in inner-city children. Journal of Allergy and Clinical Immunology 2016;138(4)1042-1050

Articolo a cura di Valentina Fainardi