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2017 29 NOV

Il dilemma delle piccole vie aeree nella sfida delle innovazioni della terapia inalatoria.

Il futuro tecnologico e farmacologico per una penetrazione più efficace nelle aree periferiche del polmone.

Sono ora disponibili nuove generazioni di inalatori che emettono aerosol a piccole particelle con velocità ridotte, determinando una maggiore deposizione polmonare e maggior penetrazione nella periferia del polmone. Gli studi sui pazienti con asma e BPCO hanno dimostrato miglioramenti significativi utilizzando aerosol a particelle piccole. Tuttavia restano ancora molti aspetti da studiare e chiarire. Gli studi sulla deposizione polmonare hanno dimostrato che utilizzando particelle più piccole  si ottiene una migliore deposizione polmonare ed anche una penetrazione più efficace nelle aree periferiche del polmone. Gli aerosol a particelle piccole hanno determinato inoltre una deposizione in orofaringe inferiore e ridotti effetti collaterali locali.

Precedenti studi  in vitro hanno mostrato che una gran parte delle piccole particelle inalate potrebbe essere facilmente esalata perché in grado di rimanere sospesa in aria per un lungo periodo di tempo. Tuttavia negli studi in vivo gli aerosol a piccole particelle non hanno dimostrato una quota di farmaco esalata  significativamente maggiore rispetto agli aerosol di particelle più grandi.

In studi clinici controllati condotti su  pazienti adulti in trattamento per l'asma, la terapia inalatoria con aerosol a piccole particelle ha ottenuto un'efficacia paragonabile  a quella degli aerosol con particelle più grandi. La terapia con ICS a particelle piccole tramite pMDI si è dimostrata più efficace nei bambini con asma per il controllo dell'asma.

I dati disponibili suggeriscono che gli ICS a piccole particelle sono sicuri e possono persino avere un effetto ridotto sull'asse ipotalamo-ipofisi-surrenale. Tuttavia, poiché  ogni ICS può differire sostanzialmente per biodisponibilità gastrointestinale, i risultati di un farmaco devono essere generalizzati con cautela ad altri farmaci. Nonostante le caratteristiche dei nuovi farmaci con particelle aerosol più piccole e dei nuovi dispositivi, utili a favorire una maggior deposizione di farmaco a livello polmonare il loro utilizzo non dovrebbe eliminare la necessità di un dispositivo distanziatore o di un VHC associato al pMDI, ad esempio in età pediatrica.

Abbiamo bisogno di ulteriori studi per rispondere definitivamente ad alcune domande poste in questo articolo sul futuro tecnologico e farmacologico della terapia inalatoria.

Fonte:
CHEST 2017; 151 (6): 1345-1355

Articolo a cura di Michele Ghezzi