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- Documento inter-societario AAIITO/AIPO/SIMRI Asma grave: Dall'infanzia all'età adulta

Volume 18, Numero 69, Marzo 2018

Near fatal asthma: prevenzione e trattamento

Per Near Fatal Asthma (NFA) si intende un attacco di asma acuto grave a rischio di arresto respiratorio e/o con pressione parziale di CO2 superiore a 50 mmHg con o senza alterato stato di coscienza che richieda ventilazione meccanica. La NFA rappresenta solo un sub-set molto ben definito di “attacco asmatico acuto” in cui è richiesto l’immediato supporto ventilatorio mandatorio. Anche se i fattori di rischio per NFA completamente non sono stati delucidati, la mancanza di aderenza al trattamento steroide inalatorio svolge un ruolo cruciale.  Nell’80-85% di tutti gli eventi fatali, è stato identificato un fenotipo, caratterizzato da infiammazione eosinofila, connesso con graduale deterioramento che si verificano in pazienti con asma severa e scarsamente controllato. Per quanto riguarda la gestione, la NFA rimane un problema clinico significativo, che ha bisogno di essere identificato precocemente per facilitare gli interventi terapeutici immediati ed appropriati. La valutazione della NFA si basa sui segni clinici, ma ulteriori informazioni potrebbero essere ottenuti dall’analisi della radiografia del torace e dall’emogasanalisi arteriosa. Il trattamento si basa sulla terapia farmacologica per via inalatoria e sistemica (broncodilatatori, steroidi, magnesio solfato), ossigenoterapia e ventilazione meccanica invasiva. Nonostante il forte razionale fisiopatologico della ventilazione non invasiva nelle sindromi ostruttive, le prove della sua efficacia nella NFA sono ancora scarse. Il ruolo delle terapie “alternative” nonventilatoria (es. miscele di elio-ossigeno, anestetici inalati, rimozione extracorporea di CO2) deve essere chiarito. Infine, nuovi trattamenti biologico con anti Il5 (ad es. mepolizumab, reslizumab) sono promettenti come supporto sia nella prevenzione che nel trattamento della NFA.

 




Near-fatal asthma (NFA) is described as acute asthma associated with a respiratory arrest or arterial carbon dioxide tension greater than 50 mmHg, with or without altered consciousness, requiring mechanical ventilation. It represents only a well-defined sub-set of “acute asthma attack” in whom an immediate ventilator support is mandatory. Even if risk factors for NFA have not been fully elucidated, the lack of adherence to inhaled steroid treatment plays a crucial role. In 80-85% of all fatal events, a phenotype, characterized by eosinophilic inflammation, associated with gradual deterioration occurring in patients with severe and poorly controlled asthma, has been identified. Regarding the management, NFA remains a significant clinical problem, which needs to be early identified to facilitate immediate and appropriate therapeutic interventions. The assessment of NFA relies on clinical signs, but additional information might be obtained from chest radiography or blood gas analysis. Treatment is based on inhaled and systemic pharmacologic therapy (bronchodilators, steroids, sulphate magnesium), oxygen-therapy and invasive mechanical ventilation. Despite the strong patho-physiologic rationale of noninvasive ventilation in obstructive syndromes, the evidence of its efficacy in NFA is still scanty. The role of “alternative” non-ventilatory therapies (i.e. helium-oxygen mixtures, inhaled anaesthetics, extracorporeal CO2 removal) should be better clarified. Finally, new biological treatment such anti Il5 (eg. mepolizumab , reslizumab) are likely to be promising help both in the prevention and treatment of NFA.


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