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- Documento inter-societario AAIITO/AIPO/SIMRI Asma grave: Dall'infanzia all'età adulta

Volume 18, Numero 69, Marzo 2018

Biomarker nell’asma grave

La patogenesi dell’asma bronchiale è molto complessa e la terapia si basa sull’utilizzo di beta-2 stimolanti, di steroidi inalatori e, in minor misura, di anti-colinergici. Il classico approccio alla diagnosi ed alla terapia dell’asma bronchiale è il seguente: 1) comparsa dei sintomi; 2) formulazione della diagnosi; 3) prescrizione della terapia. Esso non tiene conto di tutto ciò che avviene prima della comparsa dei sintomi e di tutto ciò che, una volta formulata la diagnosi e prescritta la terapia, può generare lo sviluppo di una esacerbazione di malattia. Il primo utilizzo dei biomarcatori è da considerare proprio a questo proposito: 1) identificare la fase preclinica della malattia in modo da potere intervenire prima della comparsa dei sintomi; 2) identificare e prevenire lo sviluppo di una riacutizzazione. Inoltre, i biomarcatori permettono di identificare specifici endotipi nel contesto di pazienti aventi simili fenotipi clinici e funzionali ed il loro utilizzo può permettere di personalizzare la terapia. Questo risulta di estrema importanza in pazienti con asma severo che sono refrattari o poco responsivi alle comuni terapie. Nonostante i biomarcatori sono stati ampiamente studiati, il loro utilizzo nella pratica clinica è ancora molto ridotto. Esistono dati molto incoraggianti circa la loro utilità nel managment dell’asma bronchiale ed è probabile che nel prossimo futuro essi saranno più diffusamente impiegati. Il futuro della terapia dell’asma bronchiale sarà certamente quello di tipizzare fenotipicamente ed endotipicamente il paziente mediante l’utilizzo di biomarcatori e di personalizzare la terapia.

 




The pathogenesis of severe asthma is a complex event and its therapy is based on the use of beta- 2 agonists, inhaled steroids, and anti-cholinergic drugs. The classic approach to the diagnosis and therapy of bronchial asthma is the following:                    1) presence of symptoms; 2) diagnosis; 3) prescription of the therapy. It does not take into account the events occurring before the appearance of the symptoms and of what may generate the development of exacerbations. The first important use of biomarkers should be aimed to: 1) identify the preclinical phase of the disease in order to take care of the patient before the appearance of symptoms; 2) identify and prevent the development of exacerbations. Moreover, biomarkers allow the identification of specific endotypes among patients with similar clinical and functional phenotypes and their use may lead to the personalization of the therapy. This is extremely important in patients with severe asthma who weakly respond to conventional therapies. Although biomarkers have been widely studied and although encouraging data are available, their use in the management of asthmatic patients is still not common. It is conceivable that in the next future biomarkers will be routinely used in the management of bronchial asthma in order to identify specific phenotypes and endotypesand, in turn, to personalize the therapy of this disease.

 


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