https://simri.it/

- XXII Congresso Nazionale SIMRI

Volume 18, Numero 72, Dicembre 2018

Bronchiolite: importanza della definizione

La bronchiolite virale è la più comune patologia infiammatoria acuta delle basse vie respiratorie in età pediatrica ed interessa i bronchioli terminali e respiratori. È caratterizzata dalla presenza di infiltrazione linfo-monocitaria, edema della mucosa, necrosi delle cellule epiteliali delle piccole vie aeree ed aumento della produzione di muco. Essa rappresenta una patologia rilevante in termini di morbidità e mortalità.                                                                È stato infatti stimato che la bronchiolite rappresenta il 18% delle cause di ricovero in età pediatrica ed è la principale causa di ospedalizzazione sotto l’anno di vita, con un picco di incidenza sotto i 6 mesi di età . Inoltre, fino al 50% dei bambini con bronchiolite può presentare negli anni successivi episodi di bronchite asmatica prescolare. Il virus respiratorio sinciziale (VRS) è l’agente eziologico principalmente implicato nella patogenesi, responsabile della malattia nel 50-80% dei casi, seguito dal rinovirus. La bronchiolite è una patologia ampiamente studiata e conosciuta da oltre 100 anni.
La diagnosi è essenzialmente clinica, ma a livello internazionale non esiste una definizione univoca.
Secondo le linee guida nordamericane, la diagnosi clinica consiste in un episodio di wheezing virale in bambini di età inferiore ai 24 mesi.                    Invece, secondo la definizione europea la bronchiolite è la prima infezione delle basse vie aeree caratterizzata dalla presenza di febbre, tachipnea, tosse, rientramenti e rantoli all’auscultazione del torace in bambini di età inferiore ai 12 mesi, generalmente al di sotto dei 6 mesi.                                             La variabilità clinica della bronchiolite insieme all’impossibilità di prevedere le forme più gravi che necessitano di assistenza ventilatoria spesso rendono necessaria l’ospedalizzazione anche quando i sintomi sono meno severi. Nonostante numerosi studi pubblicati e diversi trattamenti valutati per curare la bronchiolite, attualmente l’unica terapia universalmente riconosciuta è quella di supporto, che consiste nell’ossigenoterapia e nella fluidoterapia.                Dalla letteratura emergono opinioni contrastanti riguardanti la terapia e l’associazione con la bronchite asmatica e l’asma. Tuttavia, è difficile paragonare i vari studi poiché quelli che utilizzano la definizione americana di bronchiolite includono spesso caratteristiche cliniche diverse (bronchiolite, iperreattività bronchiale e bronchite asmatica). È stato dimostrato che l’età più elevata, un maggior numero di episodi precedenti di wheezing e l’infezione da rinovirus sono associati allo sviluppo di atopia ed asma e viene pertanto suggerito di considerare affetti da bronchiolite solo i bambini al di sotto dei 12 mesi al primo episodio di wheezing. Lo scopo di questo studio è di valutare, utilizzando la definizione nordamericana, se esistono differenze cliniche, radiografiche, eziologiche, demografiche e di laboratorio nei bambini di età inferiore ai 2 anni, precedentemente sani, ricoverati per bronchiolite, stratificati per età.


Scarica il pdf dell'articolo