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- XXIII Congresso Nazionale SIMRI

Volume 19, Numero 76 - Dicembre 2019

La complessità di andare a scuola con il ventilatore: quali e quanti interventi

Il termine “inclusione scolastica” si riferisce al processo attraverso il quale la scuola, come istituzione, diventa un ambiente che risponde ai bisogni educativi anche di bambini con bisogni assistenziali complessi. Questo è uno stato di diritto sancito dalla Legge 517 del 1977, che, abolendo le classi speciali, inseriva nelle classi comuni gli alunni disabili (1).
Nel 2001 la Nota MIUR n. 3390 ha fornito dettagliate istruzioni operative per garantire l’assistenza di base ai bambini con disabilità, stabilendo le competenze dell’istituzione scolastica, dell’ente locale e di altre figure con competenze specialistiche (2). Dalla Nota emerge come premessa la collaborazione delle istituzioni dedicate all’assistenza e di quelle dedicate all’istruzione: “L’assistenza di base gestita dalle scuole è attività interconnessa con quella educativa e didattica: queste tre tipologie di azioni devono concorrere tutte insieme alla integrazione della persona disabile secondo un progetto unitario che vede coinvolti tutti gli operatori (dirigenti scolastici, docenti, collaboratori scolastici, genitori, tecnici della riabilitazione ecc.) in un unico disegno formativo che la norma definisce come Piano Educativo Individualizzato.”. A livello universale tale principio è stato sancito dall’Unesco nel 1994 (3). Il concetto di educazione inclusiva comprende non soltanto il diritto all’educazione ma anche il diritto degli insegnanti al poter educare e ad essere formati in tal senso.Le Cure Palliative Pediatriche (CPP) si fanno carico in modo globale dei bisogni di bambini inguaribili con alta complessità assistenziale, con l’obiettivo di portare queste cure nel luogo del bambino: casa, scuola, ambiente ludico-ricreativo (4).
L’obiettivo del nostro studio è consistito in un’analisi degli interventi realizzati presso le scuole per facilitare l’inclusione di bambini con complessità assistenziale, evidenziando la tipologia ed il numero di interventi e confrontando poi gli stessi interventi tra il gruppo di bambini in ventilazione domiciliare a lungo termine (VDLT) e il gruppo senza VLDT.


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