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2018 24 MAG

FAQ: Domande & risposte. Asma (Parte III)

Questo mese parliamo di… ASMA! (Parte III)

1 D: Posso ridurre o interrompere la terapia se il mio bambino sta bene?

R: La terapia dell'asma è "personalizzata": il medico, infatti, seleziona le migliori opzioni terapeutiche adatte al suo bambino, all'interno di un approccio "a gradini", cioè basato sulla gravità dei sintomi di suo figlio. Così, ci sarà un aumento del dosaggio della terapia se i sintomi sono ancora presenti (quindi "saliamo" il gradino di terapia, gli inglesi dicono "step up") oppure una diminuzione del dosaggio della terapia se i sintomi sono ridotti (quindi "scendiamo" il gradino, o "step down"). Lo scopo della terapia dell’asma è raggiungere e mantenere lo stato di controllo della malattia e quindi far stare bene il bambino con la minima quantità di farmaci necessari per ridurre i sintomi ed anche i potenziali effetti collaterali dei farmaci, utilizzando schemi terapeutici semplici, facilmente eseguibili dal bambino.

2 D: Perché mio figlio ha avuto un attacco d’asma nonostante stia usando la terapia continuativa “di fondo”?

R: L'asma e' una malattia cronica che presenta nel tempo un andamento variabile della infiammazione delle vie aeree e del grado di riduzione del diametro interno (bronco-ostruzione) delle vie aeree e quindi anche dei sintomi, con episodi di perdita di controllo e la conseguente comparsa di riacutizzazioni. Le riacutizzazioni possono comparire per diversi i motivi. Ad esempio, il motivo più frequente che può causare la comparsa di un attacco d’asma è la non corretta esecuzione della terapia “di fondo” prescritta dal vostro medico. La non corretta esecuzione della terapia significa che per esempio non viene utilizzato il distanziatore, oppure che lo si utilizza in modo non corretto. Altri motivi potrebbero essere legati alla presenza contemporanea di altre condizioni che possono ridurre il controllo dell’asma, ad esempio nei soggetti che sono allergici ad allergeni (pollini, polvere, pelo di cane/gatto, alimenti) l’improvvisa esposizione a questi  allergeni può scatenare la comparsa di un attacco d’asma, soprattutto se il paziente non è ben controllato con la terapia “di fondo”. In questi casi è importante parlarne con il Curante per rivalutare il piano di cura.

 3 D: Mio figlio ha avuto un attacco d’asma: come faccio a capire quando lo devo portare in ospedale?

R: Se nonostante la terapia "di fondo", cioè quella che il piccolo esegue ogni giorno, anche quando "sta bene",  suo figlio ha un attacco d'asma, che si presenta con la improvvisa comparsa di tosse, difficoltà respiratoria, respiro rumoroso/sibili, fame d’aria, deve immediatamente seguire le indicazioni scritte riportate nel “piano di gestione dell’attacco acuto di asma”, predisposto dal medico del bambino; innanzitutto deve subito somministrare la terapia "al bisogno", cioè il broncodilatatore a breve durata di azione, che agisce velocemente entro pochi minuti. Se nonostante l’esecuzione delle indicazioni contenute nel “piano di gestione dell’attacco acuto di asma” non si osserva un miglioramento di alcuni dei seguenti segni e sintomi, quali la difficoltà respiratoria e/o il respiro rumoroso/sibili, e soprattutto si osserva che il bimbo riesce a pronunciare solo poche parole/frasi e presenta colorito pallido o bluastro della pelle, dovete immediatamente andare presso il Pronto Soccorso più vicino.

4 D: Ho sentito parlare di farmaci biologici per l’asma: cosa sono? ci sono rischi?

R: I farmaci biologici per l'asma sono farmaci che sono in grado di agire su alcuni meccanismi immunologici che sono alla base della infiammazione allergica presente nei pazienti con asma allergico, bloccandone l'insorgenza e quindi riducendo i sintomi della malattia. Un esempio è Omalizumab che "blocca" gli Anticorpi IgE. Ad oggi Omalizumab è indicato, come terapia aggiuntiva, per migliorare il controllo dell'asma in pazienti di età maggiore a 6 anni con asma allergico grave e persistente, cioè che non guarisce nonostante l'assunzione quotidiana di alte dosi di steroidi inalatori e broncodilatatori. I bambini che possono accedere a questa terapia devono risultare positivi ad un aeroallergene perenne (ad esempio l'acaro della polvere) al test allergometrico cutaneo (prick test) o in vitro (RAST). Gli effetti collaterali descritti sono rari e sono rappresentati da reazioni di lieve/moderata entità locali (dolore, gonfiore, eritema nel punto di somministrazione) o diffuse (cefalea, dolore addominale superiore). 

Articolo a cura di Antonino Francesco Capizzi