Questo mese parliamo di… SPIROMETRIE “PARTICOLARI”!
R. É un test di routine che si esegue dopo la spirometria basale. Il test prevede la esecuzione di una spirometria dopo 15 minuti dalla inalazione di una dose fissa (400 microgrammi, equivalenti a 4 spray) del farmaco broncodilatatore a breve durata di azione (ad esempio il Salbutamolo); la somministrazione del farmaco broncodilatatore a breve durata di azione avviene mediante utilizzo dello spray con il distanziatore. Il test di broncoreversibilità viene considerato positivo quando nella spirometria vi è il riscontro di un miglioramento del FEV1(volume espirato forzato nel 1° secondo) del 12% e di almeno 200 ml in valore assoluto. I risultati ottenuti forniscono indicazioni sul grado di eventuale ostruzione bronchiale.
2.D Che cosa sono i test di provocazione bronchiale?
R. I test di provocazione bronchiale valutano la presenza di una condizione definita “iperreattività bronchiale”. L’asma è una malattia infiammatoria delle vie respiratorie caratterizzata da un aumento della reattività dei bronchi che può portare a una loro ostruzione reversibile (e quindi scatenare un broncospasmo) se stimolata da agenti “interni” o “esterni”. I test di provocazione bronchiale utilizzati per la valutazione del paziente asmatico si dividono in test con stimoli diretti ed indiretti. I primi utilizzano molecole che agiscono direttamente sulla muscolatura liscia bronchiale e vascolare, stimolando la broncoreattività, mentre i secondi valutano l’iperreattività bronchiale e il rilascio di specifici marcatori dopo stimoli esterni.
3. D Che cos’è il test alla Metacolina?
R. É la metodica diretta più utilizzata per la valutazione dell’iperreattività bronchiale. Viene somministrata per via aerosolica una sostanza sintetica in dosi cumulative crescenti in grado di indurre broncospasmo nel soggetto asmatico. Il test viene definito positivo se vi è una riduzione del FEV1del 20% rispetto al valore ottenuto nella spirometria basale pre-test. L’età < 5 anni, il riscontro di FEV1<70-80% alla spirometria basale, la saturazione <95% e la presenza di sintomi clinici di dispnea/tosse sono le controindicazioni per l’esecuzione del test. Attualmente questa metodica non è di uso comune in pediatria. E’ da notare che l’esposizione a fumo passivo, le recenti infezioni respiratorie o l’esposizione ad allergeni possono falsare i risultati del test.
4. D Che cos’è il test al Mannitolo?
R. Fra i test indiretti, il test al Mannitolo è in grado di indurre bronco-ostruzione grazie all’utilizzo di molecole (capsule contenenti polvere secca da inalare mediante uno specifico inalatore monouso) che aumentano l’osmolarità all’interno del lume bronchiale, con conseguente rilascio di mediatori endogeni dell’infiammazione. Il test viene definito positivo se vi è una riduzione del FEV1 pari al 15% rispetto al valore ottenuto nella spirometria basale pre-test o del 10% fra due dosi consecutive; il grado di iperreattività viene conseguentemente classificato, in base alla gravità, in lieve, moderato e grave. L’età inferiore a 6 anni, il FEV1basale ≤ 70% del predetto e la presenza di sintomi clinici di dispnea/tosse sono le controindicazioni per l’esecuzione del test.
5. D Che cos’è il test da sforzo?
R. Il test da sforzo (pneumologico!) è un altro test di provocazione bronchiale indiretto molto utilizzato in pediatria necessario per valutare il broncospasmo indotto da da esercizio fisico. Il paziente esegue una spirometria basale, poi inizia l’attività fisica, generalmente praticata su tapis roulant, raggiungendo l’80-90% della frequenza cardiaca massima (calcolata prima del test) nei primi 4-6 minuti, con una durata totale di esercizio pari a 6-8 minuti. Successivamente vengono eseguite spirometrie a 1, 5, 10, 15, 20 e 30 minuti dalla fine dello sforzo. Una riduzione del FEV1>10% (altri studi suggeriscono per sicurezza un decremento tra il 13% ed il 15%) confermano la diagnosi di bronco-ostruzione indotta dall’esercizio fisico.
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