In questo editoriale si analizza il ruolo della pulsossimetria notturna come test di screening per l’OSA analizzando pro, contro ed ulteriori recenti tecniche a cui combinarla per migliorarne l’affidabilità diagnostica.
Gli autori, pur riconoscendo un ruolo indiscusso alla pulsossimetria notturna, nella diagnostica dell’OSA, riconoscono che sia da sola insufficiente e necessita di essere combinata con altre tecniche per migliorare l’accuratezza diagnostica. Alcune nuove tecniche di utilizzo del pulsossimetro prevedono la combinazione con l’analisi della variabilità della frequenza cardiaca (anche utilizzando la tecnologia degli smartphone); in un altro studio si è combinata la registrazione ossimetrica con l’ApneaLink, un device che permette la misurazione del flusso aereo nasale (promettente già negli studi sull’adulto con OSA). Un recente studio ha utilizzato un algoritmo di processazione sulle registrazioni ossimetriche di 4191 bambini ottenendo un AHI automatico che ha dimostrato buona concordanza con l’AHI della polisonnografia tradizionale (soprattuto se AHI ≥ 5). Infine, l’utilizzo di un sensore magnetico di movimento mandibolare, che correla con l’incremento dello sforzo respiratorio in corso di ostruzione delle alte vie aeree, è risultato essere promettente negli adulti, nella diagnostica dell’OSA, quando utilizzato in combinazione con l’ossimetria.
Fonte:
Van Eyck A, Verhulst SL. Improving the diagnosis of obstructive sleep apnea in children with nocturnal oximetry-based evaluations. Expert Rev Respir Med. 2018 Mar;12(3):165-167. doi: 10.1080/17476348.2018.1424546. Epub 2018 Jan 8
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