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grafico cambiamento climatico salute respiratoria bambini

Ambiente e Clima e l’Impatto sulla Salute Respiratoria nei Bambini.

Giulia Canali – Climate change, Children Health, Asthma

La letteratura sembra suggerire che i bambini sono più vulnerabili degli adulti alle conseguenze legate al cambiamento climatico. Uno dei temi centrali del dibattito politico globale degli ultimi anni è quello legato al cambiamento climatico. Tale argomento è diventato dunque il focus di numerosi studi scientifici, tra cui anche molti riguardanti l’impatto di questo sulla salute dei bambini. 

Come il cambiamento climatico distrugge la salute dei bambini: analisi di una recente revisione sistematica e metanalisi

Tuttavia, sino ad ora le revisioni della letteratura che analizzano l’impatto del cambiamento climatico sulla salute umana, hanno fornito preziose intuizioni sugli effetti del cambiamento climatico, ma sono state per lo più descrittive e non hanno valutato quantitativamente gli effetti sulla salute dei bambini. Si stima che il cambiamento climatico abbia portato circa 600 milioni di persone fuori dalla cosiddetta “nicchia climatica umana”, ovvero fuori da quell’area geografica dove si trova una temperatura ideale alla sopravvivenza umana (1). 

Effetti del cambiamento climatico sulla salute respiratoria dei bambini

È importante essere consapevoli che il cambiamento climatico rappresenta una questione di salute. Tra i professionisti della salute è infatti diffusa la percezione che il cambiamento climatico stia danneggiando la salute, ma come esattamente questo influisca su di essa è percepito come poco chiaro. (2). Qui di seguito verrà analizzato una recente revisione sistematica e metanalisi che si è posta l’obiettivo di identificare quali relazioni sussistono tra clima e salute e in particolare di confrontare il rischio relativo di specifici esiti sanitari con le diverse variabili climatiche e ambientali (1).Sono state sintetizzate le prove attuali su come il cambiamento climatico influisca sulla salute dei bambini, sono state identificate le aree della salute infantile con i maggiori rischi di morbilità. Infine, sono state anche evidenziate le attuali lacune conoscitive che suggeriscono nuove e future direzioni per la ricerca.

Rapporto tra temperatura media giornaliera e mortalità. Effetti su Asma e Malattie Respiratorie Infettive   

È stato innanzitutto esplorato il rapporto tra temperatura media giornaliera e mortalità. L’esposizione a temperature inferiori al 5° percentile della temperatura media giornaliera ha determinato un incremento di probabilità di mortalità per tutte le patologie, così come un’esposizione a temperature superiori al 95° percentile. Particolare attenzione nei vari studi è stata posta sull’incidenza di asma e malattie respiratorie infettive. 

Uno studio di coorte a Fuzhou, in Cina, che ha coinvolto 796.125 partecipanti, ha dimostrato che temperature medie più basse (al di sotto del 25° percentile del consueto) sono associate a un aumento del rischio di ricovero per malattie respiratorie nei bambini (3). Anche in uno studio condotto a Pechino, alle temperature più estreme, è stato registrato un aumento degli accessi al pronto soccorso pediatrico per problemi respiratori, con effetti che duravano più a lungo nei bambini sotto i 15 anni rispetto agli adulti sopra ai 65 anni (4).

Allo stesso modo, un altro studio cinese, ha evidenziato che anche l’aumento di 1 °C durante i periodi caldi nelle città cinesi ha avuto un impatto importante nell’aumentare la probabilità di morte per le principali patologie (5), con aumento anche in questi casi di accessi al pronto soccorso pediatrico per asma (6, 7).

L’aumento delle malattie respiratorie virali all’esposizione di temperature più basse

Numerosi studi hanno esaminato l’influenza delle variazioni di temperatura sulle infezioni respiratorie. È emerso che l’esposizione a temperature più basse si associa ad un aumento del rischio di infezioni da virus parainfluenzale, virus respiratorio sinciziale (RSV), virus dell’influenza A, coronavirus e bronchite/bronchiolite infantile di origine virale (1). Tuttavia, non esiste una definizione univoca del concetto di “temperatura più bassa” in tutti questi studi citati, viene definita arbitrariamente ma comunque la si definisca, gli effetti sembrano essere concordi.

L’impatto delle temperature estreme sugli outcome perinatali. Il caso del parto pretermine

In questa metanalisi è stato anche valutato l’impatto di temperature estreme sugli outcome perinatali. L’outcome sanitario principale misurato è stato il parto pretermine, seguito da basso peso alla nascita e probabilità di aborto. È emerso che il fattore più frequentemente correlato alla variazione di temperatura ambientale è la nascita prima della 37ª settimana di gestazione, seguita dal basso peso alla nascita. Tale riscontro si evidenzia sia quando le temperature esterne sono superiori al 97° percentile della temperatura massima giornaliera per due giorni consecutivi, sia quando viene registrata una grande piovosità durante il terzo trimestre di gravidanza (8)

In quest’ultimo caso sembrerebbe che un ruolo cardine sia giocato dalla correlazione tra precipitazioni e sicurezza alimentare legata alla proliferazione batterica. È stato registrato un maggior tasso di diarrea in Uganda e a Tuvalu (1) proprio in correlazione ad una minore piovosità (al 15° percentile rispetto al 50° percentile). Esistono anche studi che, al contrario, analizzano gli effetti di una maggiore piovosità, come quella riscontrata in Ruanda, nei Paesi Bassi e in Perù (1) che hanno evidenziato un minor tasso di episodi di diarrea infettiva.

 

La correlazione tra inquinanti atmosferici e basso peso alla nascita, qualità dell’aria e/o aeroallergeni e salute respiratoria infantile

Un altro punto preso in analisi è stata la correlazione tra inquinanti atmosferici e basso peso alla nascita. Questo aspetto è stato analizzato sia in uno studio trasversale in Africa (9), sia in uno cinese (10). Dalle conclusioni di questi studi, sembrerebbe esserci anche una stretta correlazione tra rischio di morte intrauterina per ogni aumento di 1 μg/m³ di PM2,5, a seconda del tipo  di inquinante (1). 

È stata anche esplorata la relazione tra qualità dell’aria o aeroallergeni e salute respiratoria infantile (principalmente il rischio di asma). L’Inquinante atmosferico più studiato è il PM2.5, seguito da aeroallergeni, PM10, O3 e NO2. Sebbene sia evidente una correlazione tra tali inquinanti e un aumentato rischio di asma, è emerso che ad oggi sono necessari ulteriori studi per determinare l’esatto impatto dei singoli allergeni e inquinanti sulle principali patologie respiratorie.

La gravità degli outcome sulla salute dei bambini è influenzata da vari fattori, come lo stato socio-economico, l’accesso all’assistenza sanitaria, il clima locale, la qualità delle infrastrutture e la geografia del territorio. È  emerso, che nazioni a reddito medio-basso e basso, dove vivono bambini senza accesso all’assistenza sanitaria, a infrastrutture adeguate e a una rete alimentare idonea, sono state meno studiate e conseguentemente i dati su queste popolazioni sono numericamente inferiori. Questo limita l’applicabilità dei risultati anche a questi individui. Le disuguaglianze sanitarie peggioreranno anche con l’avanzare del cambiamento climatico, a meno che non aumenti la responsabilità globale per la mitigazione del clima nei prossimi dieci anni.

Cambiamento climatico ed eventi meteorologici estremi e l’impatto sulla salute

È stata inoltre sottolineata l’importanza di distinguere tra cambiamento climatico ed eventi meteorologici estremi. Questi eventi a loro volta possono avere un impatto importante sulla salute ma saranno necessari ulteriori approfondimenti per valutarne l’impatto a lungo termine.

Un altro aspetto su cui manca un’analisi statistica approfondita, che si ritiene possa essere rilevante, è l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute mentale dei bambini. Carenti in letteratura sono anche studi che indaghino possibili correlazioni tra il cambiamento climatico e lo stato nutrizionale, le malattie atopiche, l’esordio di diabete o nefropatie. 

I costi finanziari delle malattie esacerbate dal cambiamento climatico come il parto pretermine e l’asma, generati dal cambiamento climatico 

C’è un altro aspetto preoccupante e al contempo interessante che è stato evidenziato e che avrà certamente un impatto indiretto sul benessere di tutta la Comunità: le malattie esacerbate dal cambiamento climatico (come il parto pretermine e l’asma) possono generare costi finanziari sempre più elevati. Sempre rimanendo in tema di impatto sull’economia globale, è stato stimato un costo fino a 1,5 miliardi di dollari per il trattamento dell’asma correlata ai numerosi incendi boschivi che mediamente si verificano ogni anno negli Stati Uniti  (11). Mentre un altro studio (12) ha analizzato i costi negli USA di un singolo episodio di asma infantile, costi che raggiungono i 23.573 dollari americani. Da queste analisi emerge che poiché il cambiamento climatico influenza le malattie infantili, i costi sociali e finanziari continueranno ad aumentare man mano che il cambiamento climatico peggiorerà, mettendo sotto crescente pressione le famiglie e i servizi sanitari.

In conclusione

Da questa metanalisi è emerso in primis che la maggior parte degli studi ha esplorato gli effetti del clima sugli outcome perinatali (in particolare l’evenienza di parto prematuro), su problematiche respiratorie e sul tasso di mortalità/morbidità infantile, confrontando tali aspetti con variazioni di temperatura e incremento degli inquinanti atmosferici. 

È emerso che c’è una correlazione tra parto pretermine e variazioni di temperatura ambientale, ma non è stato possibile comprendere quale debba essere l’entità di tale variazione di temperatura per determinare la comparsa o il peggioramento di una condizione clinica. 

Temperature estreme e inquinamento atmosferico non solo sembrano avere un impatto elevato sulle malattie infantili, ma sembrano avere un effetto sinergico su tali patologie e anche sul parto prematuro, ma sono necessari più studi per quantificare la portata delle interazioni tra le variabili climatiche e come queste si manifestino attraverso una clinica specifica. 

L’aumento dei bambini ospedalizzati, delle malattie respiratorie dei parti pretermine a causa del peggioramento delle condizioni ambientali dovuti al cambiamento del clima

Questa analisi sistematica della letteratura evidenzia chiaramente che i bambini sono già stati colpiti dal cambiamento climatico: l’aumento dei parti pretermine, delle malattie respiratorie, della mortalità e del numero di bambini ospedalizzati sono solo alcuni dei problemi di salute che le società dovranno affrontare man mano che il cambiamento climatico peggiorerà. 

Per generare misure efficaci per contrastare i possibili effetti collaterali dell’esposizione al cambiamento climatico, è fondamentale innanzitutto conoscere i meccanismi che sottendono alla patogenesi di tali disturbi indotti dal clima. Questo implica necessariamente una maggiore attenzione alla raccolta e all’analisi dei dati in modo che possano essere ricavate proiezioni più accurate dei rischi sanitari climatici per la salute infantile.

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immagine tratta dall’articolo analizzato (1)

REFERENCES

  1. Weeda, L. J. Z., Bradshaw, C. J. A., Judge, M. A., Saraswati, C. M., & Le Souëf, P. N. (2024). How climate change degrades child health: A systematic review and meta-analysis. Science of the Total Environment, 920, 170944. https://doi.org/10.1016/j.scitotenv.2024.170944
  2. J. Hathaway, E.W. Maibach, Health implications of climate change: a review of the literature about the perception of the public and health professionals. Curr. Environ. Health, Rep., 5 (2018), pp. 197-204
  3. Z. Wu, C. Miao, H. Li, S. Wu, H. Gao, W. Liu, W. Li, L. Xu, G. Liu, Y. Zhu. The lag-effects of meteorological factors and air pollutants on child respiratory diseases in Fuzhou, China. J. Glob. Health., 12 (2022), pp. 1-9
  4. Y. Ma, J. Zhou, S. Yang, Z. Yu, F. Wang, Effects of extreme temperatures on hospital emergency room visits for respiratory diseases in Beijing China. Environ. Sci. Pollut. Res., 26 (2019), pp. 3055-3064
  5. Y. Li, Y. Cheng, G. Cui, C. Peng, Y. Xu, Y. Wang, Y. Liu, J. Liu, C. Li, Z. Wu, P. Bi, Y. Jin. Association between high temperature and mortality in metropolitan areas of four cities in various climatic zones in China: a time-series study Environ. Health, 13 (2014), p. 65, 10.1186/1476-069x-13-65
  1. S. Soneja, C. Jiang, J. Fisher, C.R. Upperman, C. Mitchell, A. Sapkota. Exposure to extreme heat and precipitation events associated with increased risk of hospitali- zation for asthma in Maryland, U.S.A. Environ. Health, 15 (2016), pp. 1-7
  2. Z. Xu, C. Huang, W. Hu, L.R. Turner, H. Su, S. Tong. Extreme temperatures and emergency department admissions for childhood asthma in Brisbane. Australia. Occup. Environ. Med., 70 (2013), pp. 730-735
  3. H. Randell, C. Gray, K. Grace. Stunted from the start: early life weather conditions and child undernutrition in Ethiopia. Soc. Sci. Med., 261 (2020), Article 113234
  4. J. Bachwenkizi, C. Liu, X. Meng, L. Zhang, W. Wang, A. van Donkelaar, R.V. Martin, M.S. Hammer, R. Chen, H. Kan

Maternal exposure to fine particulate matter and preterm birth and low birth weight in Africa. Environ. Int., 160 (2022), Article 107053, 10.1016/j.envint.2021.107053

(10)Y.Y.Wang, Q. Li, Y. Guo, H. Zhou, X. Wang, Q. Wang, H. Shen, Y. Zhang, D. Yan, Y. Zhang, H. Zhang, S. Li, G. Chen, J. Zhao, Y. He, Y. Yang, J. Xu, Y. Wang, Z. Peng, H.J.Wang, X. Ma. Association of long-term exposure to airborne particulate matter of 1 μm or less with preterm birth in China JAMA Pediatr., 172 (2018), article e174872, 10.1001 /jamapediatrics. 2017.4872

(11) J.D. Stowell, C.E. Yang, J.S. Fu, N.C. Scovronick, M.J. Strickland, Y. Liu Asthma exacerbation due to climate change-induced wildfire smoke in the western US. Environ. Res. Lett., 17 (2022), Article 014023, 10.1088/1748-9326/ac4138

(12) E. Shea, F. Perera, D. Mills. Towards a fuller assessment of the economic benefits of reducing air pollution from fossil fuel combustion: per-case monetary estimates for children’s health outcomes. Environ. Res., 182 (2020), Article 109019, 10.1016/j.envres.2019.109019

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