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2023 30 GEN

The Twindemic

La twindemic o “epidemia gemella'” del Covid-19 si sta diffondendo più del previsto dopo che i livelli di circolazione del virus influenzale si erano quasi azzerati lo scorso anno per via di lockdown e restrizioni.

 

 

Il neologismo inglese "Twindemic" è stato coniato per indicare la nuova epidemia di influenza stagionale che, affiancandosi al Covid, sta coinvolgendo sempre più paesi e si prevede possa diffondersi velocemente.

La pandemia di Covid-19 ci ha mostrato che gli interventi non farmaceutici come mascherine, distanziamento sociale, controllo delle frontiere e lockdown sono efficaci nel prevenire l'influenza e altri virus respiratori. 

Come la maggior parte del mondo, anche l'Australia ha sperimentato chiaramente una forte riduzione, se non addirittura scomparsa, dell''influenza durante il 2020 e il 2021.

Nel 2022 però, con i confini internazionali aperti, l’abbandono delle principali misure di protezione individuale, la ripresa dei normali contatti sociali e la diminuzione della protezione della popolazione dall’esposizione all’influenza stagionale, si è iniziata a diffondere una concreta preoccupazione per una "twindemic", ovvero per la possibilità di trovarsi a fronteggiare un’infezione contemporanea di Covid-19 e influenza o di una stagione influenzale eccezionalmente grave. 

La stagione influenzale australiana del 2022 non è stata, tuttavia, così grave come supposto. Eppure, ha comunque messo a dura prova un sistema sanitario già sotto pressione dall'ondata invernale di Covid-19 e della sua nuova variante.

L'Australia ha registrato un picco di influenza insolitamente precoce e di breve durata nel giugno 2022, dominato dal sottotipo A H3N2, mentre i dati dell'ultimo decennio mostrano chiaramente che la stagione influenzale australiana raggiunge tipicamente il picco intorno a metà agosto.

Il numero delle notifiche di influenza confermate in laboratorio ha iniziato ad aumentare nelle ultime due settimane di aprile con un picco a metà giugno, con più di 30 000 notifiche a settimana, per poi diminuire rapidamente con meno di 5000 casi a settimana a metà luglio. 

La stagione influenzale insolitamente precoce dell'Australia potrebbe essere correlata alla completa riapertura del suo confine internazionale nel febbraio 2022, a una ridotta immunità all'influenza nella popolazione a causa dell'assenza di trasmissione comunitaria nel 2020 e 2021, alla disregolazione immunitaria dovuta all'infezione da Covid-19 o alla revoca dell’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici. 

Gli australiani, in genere, ricevono i loro vaccini antinfluenzali stagionali da marzo a maggio, quindi l'inizio anticipato della stagione ha comportato la vaccinazione di una percentuale minore della popolazione, il che potrebbe spiegare in parte il rapido aumento dei casi nella comunità.

Un aspetto interessante da considerare è che la tempistica dei picchi di Covid-19 e virus influenzali in Australia non si è verificata contemporaneamente nel 2022. Quando i numeri dei casi di influenza iniziarono a diminuire, il numero di casi di Covid-19 iniziò ad aumentare, una tendenza osservata anche all'inizio del 2022 negli Stati Uniti.

E possibile supporre quindi, che tra i due virus vi sia una sorta di "competizione" o di interferenza, motivo per cui entrambi i virus non raggiungono il picco contemporaneamente. 

Sebbene i dati delle notifiche dei casi possano tracciare un quadro chiaro dei tempi e della durata della stagione influenzale australiana, ciò è meno utile per determinarne la gravità. 

Il numero di test antinfluenzali condotti ogni anno, infatti, è aumentato di oltre 10 volte dal 2010 al 2019 a causa della maggiore accessibilità e diffusione dei test PCR e probabilmente è aumentato ulteriormente durante la pandemia di covid-19.

Di conseguenza, il gran numero di notifiche di influenza che sono state registrate durante il 2022 non indica di per sé una stagione più severa, anzi, i dati sui ricoveri ospedalieri suggeriscono che la stagione influenzale australiana del 2022 sia stata moderata. 

 A prescindere dalla severità della stagione influenzale australiana, tuttavia, è bene ricordare che la pandemia ha offerto a tutti noi l'opportunità di attuare interventi a lungo termine che non solo rallenterebbero la diffusione del Covid-19, ma impedirebbero anche la trasmissione dell'influenza e di altri virus respiratori. 

Diversi stati hanno implementato sistemi per ridurre la trasmissione indoor di Covid in ambienti pubblici, come ad esempio sistemi di ventilazione interna e installazione di filtri HEPA. Programmi che ora, però, sembrano essere terminati.

L'esperienza recente ci ha mostrato che il covid-19 non ha la stagionalità dell'influenza: ha più picchi distribuiti durante l'anno, a differenza del picco invernale tipico dell'influenza. 

Il peso del covid-19 eclissa ancora quello dell'influenza, ma entrambi i virus sono prevenibili. L'uso di una adeguata strategia vaccinale, potenziata dalla reintroduzione delle principali misure di protezione individuale e da interventi non farmaceutici, sarebbe auspicabile, anche perchè è estremamente probabile che i due virus continueranno a co-circolare nel prossimo futuro.


Bibliografia

Mallory J Trent, Aye Moa, C Raina MacIntyre. “I’ll be back”: Australia’s experience of flu in 2022. BMJ 2022;379:o2998, https://doi.org/10.1136/bmj.o2998 

Bruce Y. LeeAustralia’s Bad Flu Season Raises ‘Twindemic’ Concerns For U.S. Winter 2022. Forbes Aug 20, 2022. https://www.forbes.com/sites/brucelee/2022/08/20/australias-bad-flu-season-raises-twindemic-concerns-for-us-winter-2022/?sh=5c47858f10a1




Articolo a cura di Giulia Canali