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2016 15 GIU

Estrema prematurità: sequele a breve e lungo termine

Conoscere le complicanze acute correlate alla estrema prematurità è importante per comprendere gli outcome a distanza. 

In questo articolo Patel elabora una panoramica sulle sequele a breve e lungo termine del neonato EPT (Extremely Preterm Infants,  nati fra 22-28 settimane), con l’intento di individuare le strategie di cura neonatale e post-natale per migliorare la sopravvivenza e gli outcome a distanza.

Nell’ambito della patologia polmonare la malattia delle membrane jaline resta fra le principali patologie respiratorie del nato di bassa età gestazionale. Studi recenti suggeriscono che la CPAP alla nascita, piuttosto che l’intubazione o l’utilizzo dei tensioattivi, sia l’approccio più favorevole nel ridurre il rischio di morbidità respiratorie a lungo termine. Nei neonati di bassa età gestazionale e basso peso, infatti, la protratta ventilazione meccanica è alla base delle alterazioni istopatologiche della DPB. Efficaci si sono dimostrate le terapie con caffeina, vitamina A e corticosteroidi, questi ultimi ancora in studio per la modalità di somministrazione più efficace e sicura. Per le patologie cardiovascolari invece la pervietà del dotto arterioso (PDA) rappresenta la principale patologia cardiaca dell’estremo pretermine (32-60% dei nati fra 22-28 settimane), che può alterare l’adattamento circolatorio con ripercussioni sia sulla patologia respiratoria che sulla perfusione dei diversi organi.Tuttavia gli ultimi dati sul  trattamento farmacologico o chirurgico di un PDA aggiungono più incertezza al quadro, imponendo uno stretto follow-up clinico.   Le infezioni , secondarie allo stato di  immunodepressione tipico del neonato estremo pretermine sono al primo posto fra i rischi per la sopravvivenza, le complicanze e gli esiti in questa categoria di pazienti. Oltre ad essere tra le prime cause di mortalità per il nato pretermine, le infezioni hanno un ruolo importante nel condizionare l’evoluzione delle singole patologie, quali ad esempio la cronicizzazione della patologia polmonare, il danno sensoriale visivo e uditivo, la patologia emorragico-ipossico-ischemica del SNC. La più grave patologia intestinale è rappresentata dall’enterocolite necrotizzante (NEC), con le gravi complicanze ad essa correlate, che colpisce 1:10 nati estremi pretermine. Presidio fondamentale nella sua prevenzione è l’utilizzo di latte materno fresco. Numerosi studi hanno sottolineato l’importanza dei probiotici.Una delle cause principali di cecità infantile nei primi anni di vita è rappresentata dalla ROP o Retinopatia della Prematurità. I meccanismi patofisiologici alla base della ROP sono ancora scarsamente conosciuti; si associa ad elevati livelli di ossigeno alla nascita,  a fluttuazioni dell'ossigenazione durante il decorso neonatale, al basso peso ed alla scarsa crescita postnatale. L’unica vera profilassi rimane la monitorizzazione dell’ossigeno-terapia. In ultimo da considerare vi è l’epidemiologia e la storia naturale delle lesioni cerebrali. Leucomalacia cistica e/o emorragie paraventricolari, cause di danno parenchimale esteso e di anomalie severe dello sviluppo come le paralisi cerebrali infantili, sono oggi meno comuni e riguardano 8-9% dei neonati tra le 22-32 settimane, e il 14% fra le 22-24 WG. L’uso sistematico dell’ecografia transfontanellare e l’impiego diffuso della risonanza magnetica al termine di gravidanza hanno permesso di evidenziare anomalie minori, con diagnosi precoce delle principali lesioni tipiche e miglioramento delle sequele maggiori e minori dello sviluppo neuropsichico del pretermine. In conclusione l’articolo pone l’accento sulla necessità di una comunicazione più appropriata, attenta e competente fra i medici e le famiglie che si soffermi sugli aspetti della prematurità estrema, sulle complicanze acute correlate e ancor di più su gli outcome a distanza. 

Fonte: Patel RM. Short-and Long Term outcomes for Extremely Preterm Infants. Am J Pernatol 2016;33:318-328.

Articolo a cura di Sabrina D'Arpa