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2019 28 FEB

Fumo passivo: la battaglia non è ancora vinta

Il Centers for Disease Control and Prevention pubblica i dati sull’esposizione al fumo di seconda mano tra i non fumatori negli Stati Uniti.

L’esposizione al fumo passivo provoca, come ben noto, effetti nocivi sulla salute di adulti e bambini. Secondo i dati appena pubblicati dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC) , sebbene l’esposizione tra i non fumatori negli Stati Uniti si sia ridotta dall’87.5% al 25.2% nel periodo 1988-2014, 1 su 4 non fumatori, inclusi 14 milioni di bambini, risultavano esposti nel 2013-2014. In particolare, dal rapporto del CDC emerge che i bambini fra i 3 e gli 11 anni di età risultano più esposti (37.9%). La percentuale di soggetti esposti aumenta inoltre tra i soggetti di colore  (50.3%), tra coloro che vivono in condizioni di povertà (47.9%) ed infine tra i soggetti con basso livello di istruzione (30.7%). A tali disparità verosimilmente contribuiscono la scarsa consapovelozza dei danni indotti dal fumo passivo così come la scarsa applicazione della vigente normativa anti-fumo. Ciò sottolinea l’importanza di continuare a combattere la battaglia contro il fumo passivo. Istruire i genitori sui benefici che possono derivare dal fare crescere i propri bambini in un ambiente “smoke-free”, invitarli ad evitare di fumare all’interno delle abitazioni e delle auto sono azioni che possono aiutare a ridurre drasticamente l’esposizione al fumo passivo in una fascia di popolazione particolarmente vulnerabile quale è quella dell’età pediatrica.

Fonte: 
https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/67/wr/mm6748a3.htm?s_cid=mm6748a3_w

Articolo a cura di Giuliana Ferrante