Nuovi risultati non confermano un’associazione tra l’uso di paracetamolo e la comparsa di sintomi asmatici e il peggioramento della funzione polmonare.
In questo studio sono stati arruolati 300 bambini (di età compresa tra 12 a 59 mesi), con asma lieve persistente; è uno studio multicentrico, prospettico, randomizzato, in doppio cieco in cui i pazienti sono stati assegnati a due gruppi nei quali sarebbero stati trattati rispettivamente o con paracetamolo o con ibuprofene, quando necessario per alleviare la febbre o il dolore, per un periodo di 48 settimane.
I partecipanti hanno ricevuto una mediana di 5,5 dosi del farmaco in studio; non vi era alcuna differenza significativa tra i due gruppi nel numero medio di dosi ricevute (P = 0.47). Il numero di riacutizzazioni asmatiche, definite come un aumento clinicamente significativo dei sintomi di asma con necessità di trattamento con glucocorticoidi sistemici, non differiva significativamente tra i due gruppi. Non sono state rilevate differenze significative rispetto agli obiettivi secondari: numero di giorni con asma controllato o l’utilizzo di salbutamolo.
Naturalmente non è possibile prevedere un gruppo placebo per motivi etici. Senza un gruppo placebo, non è possibile escludere che sia l’utilizzo di ibuprofene che di paracetamolo possano essere associati con un parallelo incremento delle riacutizzazioni di asma. Tuttavia, ibuprofene e paracetamolo hanno diversi meccanismi d’azione ed è improbabile che il loro utilizzo possa essere associato ad un incremento simile dell’incidenza di complicazioni legate all’asma.
In conclusione, in questo studio, in un periodo di 1 anno, le riacutizzazioni di asma o altri indicatori del peggioramento del controllo della malattia non si sono verificati più frequentemente tra i bambini trattati con paracetamolo rispetto a quelli che hanno assunto ibuprofene.
N Engl J Med 2016;375:619-30.
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