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Anti-doping: si può avere l’asma ed essere un atleta d’elite?

Le attuali norme anti-doping pongono alcune restrizioni ai farmaci anti-asmatici, ma sono poche ed esistono eccezioni. Vediamo un breve excursus nel cuore dello sport.

Manca poco all’inizio delle Olimpiadi di Rio e lo sport entrerà nelle case di tutti per stupirci con le prestazioni eccezionali degli atleti. Sappiamo bene che i farmaci anti-asmatici sono considerati “dopanti”, ma la numerosissima presenza di campioni olimpici affetti da asma ci deve fare riflettere e sperare per i nostri giovani talenti.

Lo sport espone indubbiamente la persona asmatica a stimoli spesso incontrollabili, come aria inquinata o fredda, determinando riacutizzazioni e un maggior uso di farmaci. Lo sportivo d’elite deve essere sempre consapevole delle limitazioni poste dal Codice anti-doping. Nell’articolo si analizzano i farmaci vietati e le eccezioni “per uso terapeutico”: la “lista nera” per gli asmatici include alcuni Beta2Agonisti e i Corticosteroidi orali.

Tra i Beta2, solo il Salbutamolo, il Salmeterolo e il Formoterolo sono consentiti, unicamente per via inalatoria e con una minima attenzione ai dosaggi. Il Salbutamolo è sicuramente il farmaco più usato tra gli atleti con asma o iperreattività delle vie aeree, raggiungendo picchi del 90% tra i partecipanti alle Olimpiadi tra il 2002 e il 2008.

Per quanto riguarda i Corticosteroidi, il loro uso sistemico è sempre vietato nelle competizioni, a meno che non sia appositamente giustificato e approvato, mentre tutti i Corticosteroidi somministrati per via inalatoria sono consentiti. Questa differenza è stata ampiamente utilizzata dai medici sportivi, come si evince dall’aumento progressivo degli atleti che facevano uso combinato di Beta2 e corticosteroidi (70% ad Atene nel 2004 e 87% a Beijing nel 2008).

A Torino 2006 è emerso che gli sportivi affetti da asma hanno iniziato a soffrirne tardi, con una maggiore prevalenza di esordio late-onset rispetto alla popolazione generale.

L’asma è più diffusa in sport che prevedono allenamento intenso e prolungato (triathlon, ciclismo, pattinaggio di velocità), suggerendo che l’allenamento stesso costituisca un fattore causale del danno alle vie aeree, spesso totalmente reversibile dopo il ritiro dallo sport. Il tutto sarebbe dovuto alla “fisiologica” impossibilità di “condizionare” adeguatamente l’aria effettuando una respirazione con volumi/minuto notevoli (anche 190 L/min!); per tale condizione lo sport può essere considerato un “rischio occupazionale” per chi lo pratica a livelli agonistici.

Lo sport, se piace, può dare tanto ai nostri bambini asmatici, soprattutto per quanto riguarda la loro crescita psico-fisica e sociale. E’ molto importante sostenere adeguatamente i bambini asmatici nella decisione di praticare uno sport al fine di  vivere una vita il più normale possibile; chissà, magari un giorno avremo una medaglia Olimpica tra i nostri pazienti!

Fonte: Fitch K. The World Anti-Doping Code: can you have asthma and still be an elite athlete? Breathe 2016; 12: 148–158.

Articolo a cura di Maria Furno

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