La broncoscopia è un esame essenziale nella pneumologia pediatrica, utilizzato per diagnosticare e trattare una vasta gamma di condizioni respiratorie nei bambini. Questa procedura, seppur invasiva, permette di visualizzare direttamente le vie aeree, raccogliere campioni e svolgere interventi terapeutici mirati. Nelle risposte alle principali domande sulla Broncoscopia cercheremo di chiarire quando e perché è necessaria, come viene eseguita e quali sono i principali benefici e rischi associati, fornendo ai genitori una guida completa su cosa aspettarsi durante questo importante esame.
Che cos’è la Broncoscopia, quali sono i suoi scopi principali, cos’è e come funziona il broncoscopio
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Broncoscopia: a cosa serve e come si fa?
La broncoscopia è un esame molto importante per chi si occupa di pneumologia pediatrica. Permette di visualizzare direttamente le vie aeree, partendo dal naso e arrivando ai bronchi. È importante perché consente di studiare l’anatomia e la funzionalità delle vie respiratorie (vedendo come si muovono), di raccogliere campioni e di effettuare alcune procedure terapeutiche. È un esame invasivo perché consiste nell’introduzione di uno strumento, chiamato broncoscopio, all’interno delle vie aeree ed è un esame sicuro se effettuato da personale esperto.
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Che cos’è un broncoscopio?
Per eseguire la broncoscopia si utilizza uno strumento chiamato broncoscopio. Esistono due tipi di broncoscopi: rigido e flessibile. In pediatria quello più utilizzato è il broncoscopio flessibile. Lo strumento consiste in un tubicino con una telecamera sulla punta che trasmette le immagini su uno schermo. All’interno del tubo è presente anche un canale per aspirare il muco, per iniettare farmaci o soluzione fisiologica e per far passare alcuni strumenti. Esistono broncoscopi di dimensioni diverse in base all’età del bambino: il più piccolo è largo 2.8 mm, il più grande circa 5 mm. Viene sempre scelto lo strumento più piccolo possibile per rendere l’esame meno fastidioso.
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Come si esegue la broncoscopia? Che tipo di anestesia sarà necessaria?
Per eseguire la broncoscopia il tuo bambino dovrà quasi sempre essere addormentato. Non viene eseguita una vera e propria anestesia, ma una ‘’sedazione profonda’’. Questo significa che verranno somministrati dei farmaci che gli impediranno di sentire fastidio, lo faranno dormire e non gli faranno ricordare l’esame, ma il bambino respirerà spontaneamente. Viene eseguita una vera e propria anestesia solo se il bambino è in condizioni gravi e necessita di essere intubato. Durante la broncoscopia il bambino viene fatto sdraiare su un lettino a pancia in su. Se non è intubato, vengono messe delle gocce di anestetico locale (lidocaina) nel naso e il broncoscopio viene infilato in una narice e spinto lentamente giù. Viene osservato prima il laringe, poi si passa attraverso le corde vocali e si scende fino alla trachea e ai bronchi. In alcuni casi vengono eseguite biopsie, brushing o una procedura chiamata lavaggio broncoalveolare, attraverso cui si inietta soluzione fisiologica e poi si aspira per analizzare il muco presente nei bronchi. Durante la broncoscopia verranno sempre monitorati il battito cardiaco e la saturazione di ossigeno.
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Quanto dura la broncoscopia?
La durata dell’esame è variabile ed è compreso tra i 30 ed i 60 minuti.
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Quali sono le indicazioni alla broncoscopia nei bambini?
I motivi per cui il tuo bambino potrebbe aver bisogno di una broncoscopia sono tanti. In genere, prima di fare questo esame vengono comunque eseguiti esami meno invasivi, come le prove di funzionalità respiratoria, la radiografia del torace e, a volte, una TC del torace. Le indicazioni più frequenti sono le seguenti:
- Ostruzione delle vie aeree: questa si manifesta come: respirazione rumorosa se l’ostruzione si trova a livello del naso (es: stenosi o atresia delle coane, malformazioni cranio-facciali, cisti); stridore se si trova a livello del laringe (es: laringomalacia, schisi laringea, membrane laringee, cisti sovraglottiche, paralisi delle corde vocali, emangioma, stenosi sottoglottica); sibilo persistente o severo (tracheo-broncomalacia, compressione delle vie aeree da parte di vasi anomali, linfonodi o tumori, ostruzione bronchiale da parte di corpi estranei, tappi di muco, granulomi, stenosi tracheale o bronchiale)
- Anomalie radiografiche persistenti: polmoniti persistenti o ricorrenti sempre nella stessa parte del polmone; atelettasia (collasso di una parte del polmone) persistente; enfisema (aumento dell’aria) localizzato; sospetto tumore; bronchiectasie (dilatazioni dei bronchi)
- Infezioni polmonari: in questo caso la broncoscopia viene sempre associata al lavaggio broncoalveolare per cercare di identificare l’organismo che ha causato l’infezione. Si esegue nel caso di polmoniti gravi o che non rispondono alla terapia antibiotica, in pazienti con la fibrosi cistica, in pazienti immunodepressi, in pazienti che hanno subito un trapianto di polmone
- Tosse cronica: se la tosse dura più di 4 settimane e non si è trovata una causa con indagini meno invasive
- Sospetta inalazione di corpo estraneo: se c’è il sospetto che il bambino possa aver inalato del cibo (più spesso noccioline, pezzetti di verdura) o altro materiale è sempre fondamentale eseguire la broncoscopia. Questo perché le altre indagini (es: radiografia del torace) a volte risultano normali e perché il corpo estraneo va rimosso il prima possibile.
- Sanguinamento: in caso di emissione di sangue con la tosse, la broncoscopia permette di vedere da dove parte l’emorragia e, se non si è risolta, di fermarla. diagnosi è particolarmente importante
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Quali sono i rischi di una broncoscopia?
Durante l’esame potrebbe verificarsi un abbassamento temporaneo dei livelli di ossigeno nel sangue, che generalmente si risolve dando ossigeno al bambino. Nel caso questo non bastasse è necessario fermarsi e aspettare che l’ossigeno torni normale prima di continuare l’esame. Un’altra complicanza abbastanza frequente è la chiusura temporanea delle vie aeree; se avviene a livello delle corde vocali si chiama laringospasmo, se avviene nei bronchi broncospasmo. Il passaggio del broncoscopio può inoltre causare epistassi (sanguinamento dal naso) o emottisi (emissione di sangue con la tosse), o infiammazione della mucosa delle vie aeree (edema). Una complicanza più grave ma molto rara è lo pneumotorace (perdita di aria intorno al polmone), se viene danneggiato un bronco. Le infezioni sono molto rare se il broncoscopio viene pulito adeguatamente. Infine, se il tuo bambino ha fatto anche il lavaggio broncoalveolare, potrebbe avere un picco di febbre 8-12 ore dopo la broncoscopia. Non preoccuparti, è una reazione dell’organismo e non serve dare antibiotici, ma solo antipiretici (paracetamolo o ibuprofene).
Autore: Greta Di Mattia MD, Dipartimento Materno Infantile e Scienze Urologiche, Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma, Roma
Revisore: Giuseppe Fabio Parisi, MD, PhD. UOC Broncopneumologia Pediatrica, AOU Policlinico, Catania
Ultimo aggiornamento: 2024
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