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FAQ: Domande & risposte. Asma

Per i genitori, tutte le domande e le risposte sull’Asma Parte I

 

1. D: Il mio bambino è asmatico: può fare comunque sport?

R: Certo! Lo sport è fondamentale per qualsiasi bambino e l’asma non deve essere un ostacolo! Il tuo bambino potrà praticare lo sport che più gli piace con alcuni accorgimenti:

  • L’allenatore deve essere informato del suo stato di salute e dei farmaci che assume (alcuni sono considerati dopanti) e deve garantire un corretto riscaldamento prima di iniziare l’attività fisica.
  • Il tuo bambino dovrà portare sempre con sé il Salbutamolo (farmaco da utilizzare al bisogno, con il distanziatore) per poterlo usare in caso di comparsa di sintomi, eventualmente aiutato dall’allenatore.

Se l’asma del tuo bambino è ben controllato, non ci saranno problemi durante lo svolgimento dell’attività sportiva; se dovesse presentare i segni di una crisi asmatica  (fiato corto, sensazione di peso al torace, difficoltà respiratoria, accessi di tosse)  in corso di attività sportiva, parlane con il tuo Pediatra, in modo da ottenere un maggior controllo dell’asma. L’obiettivo è far essere il tuo bambino esattamente come tutti gli altri.

2. D: Il mio bambino sarà sempre asmatico?

R: Non si può predire con certezza il futuro del bambino asmatico. Ci sono diversi fattori da considerare, per esempio che cosa scatena le crisi (infezioni, allergia, attività fisica, improvvisi cambiamenti di temperatura e/o umidità), se c’è familiarità (uno o entrambi i genitori con asma, o un fratello/sorella con asma), l’età in cui il bambino ha iniziato ad avere sintomi di “respiro con il fischio”, la presenza e la durata di esposizione ad alcuni fattori di rischio (fumo di sigaretta, muffe nell’ambiente domestico, inquinanti nell’aria ambiente). In base a tutte queste informazioni, il tuo Pediatra potrà valutare la probabilità di una guarigione clinica dell’asma (cioè scomparsa dei  sintomi) oppure no, ma nessuno con esattezza può dire quale andamento avrà l’asma nel tempo. Nei periodi di stabilità e di controllo dei sintomi, il tuo Pediatra potrà anche provare a ridurre il numero e la dose dei farmaci utilizzati e a volte, se possibile, potrà anche provare a sospenderli del tutto: nei casi di guarigione clinica il tuo bambino non riutilizzerà più i farmaci , mentre in altri casi dovrà usarli di nuovo, soprattutto in presenza di fattori scatenanti.

3. D: E’ sempre necessario utilizzare il distanziatore? Bisogna lavarlo?

R: Il distanziatore è quel tubo trasparente che si mette tra la bomboletta spray del farmaco (salbutamolo, cortisonico inalatorio) e il tuo bambino. Quando si utilizzano i farmaci in bombolette spray, va utilizzato sempre, a qualunque età! Molti genitori pensano che lo debbano usare solo i bambini piccoli, che non riescono a coordinare il respiro con lo spruzzo del farmaco, ma non è così! La funzione di questo strumento è diversa: serve a creare uno spazio in cui si depositano le particelle più grosse del farmaco (che altrimenti resterebbero nella bocca del tuo bambino), permettendo a quelle più piccole di raggiungere meglio la loro destinazione finale, ovvero il polmone. Utilizzare il distanziatore sempre e in modo corretto permette di respirare la dose giusta del farmaco, che così farà stare davvero meglio il tuo bambino.

Proprio perché il farmaco si deposita, il distanziatore si “sporca” e quindi circa ogni settimana (a seconda dell’uso) è necessario lavarlo. Si deve rimuovere la parte posteriore (dove si inserisce la bomboletta) e mettere tutto in ammollo in acqua tiepida con poco detersivo per circa 10-15 minuti; successivamente si sciacqua (attenzione alle valvole nel boccaglio!) e si lascia asciugare in posizione verticale (non strofinare con i panni!). Si rimonta e… pronto per l’uso!

4. D: Il mio bambino sta assumendo la terapia di fondo (di controllo): tutto quel cortisone gli farà male?

R: Se il tuo bambino assume una terapia di fondo (di controllo) a base di cortisone inalatorio significa che l’asma non è ben controllata, che i bronchi hanno una infiammazione persistente e quindi il cortisone inalatorio, che è un anti-infiammatorio, è necessario per curarla. Il cortisone assunto per via inalatoria arriva dove serve, cioè nei polmoni; la dose che viene somministrata è modesta e, anche se una certa quota viene assorbita, non causa problemi, né di peso né di statura. Considera che non assumere il cortisonico inalatorio prescritto dal tuo Pediatra quando c’è bisogno, può causare al tuo bambino molti  problemi, perché aumenta la probabilità  di avere un’asma non controllato, con maggior rischio di riacutizzazioni anche gravi.

Articolo a cura di Maria Furno

FAQ: Domande & risposte. Asma (Parte II)

 

1. D: Siamo due genitori asmatici: lo sarà anche il nostro bambino?

R: L’asma è una patologia cronica che ha una componente genetica e una componente ambientale.

La componente genetica indica che avere genitori asmatici significa essere “geneticamente” predisposti ad avere l’asma, ma non necessariamente ne condiziona la comparsa. Ugualmente un bambino può essere asmatico pur non avendo genitori asmatici.
La componente ambientale è costituita da fattori ambientali (pelo di animali, fumo di sigaretta, polvere, inquinamento, pollini, …) cosiddetti “modificabili” (diversamente da quanto accade per i fattori genetici non modificabili), quindi è possibile modificarne l’esposizione; ciò significa che è possibile evitarli e/o ridurne l’esposizione, modificando così la storia naturale dell’asma.

 

2. D: Il mio bambino asmatico ha effettuato le prove allergiche ed è risultato positivo per il pelo di cane/gatto. Noi abbiamo già un cane/gatto in casa: dobbiamo darlo via?

R: Il pelo degli animali può scatenare un attacco d’asma nei soggetti “sensibilizzati” all’allergene/i contenuto/i  nel pelo dell’animale, cioè che mostrano prova/e allergica/che cutanee positiva/e per il pelo di cane/gatto. Tuttavia, la presenza in ambiente domestico di un cane/gatto può essere consentita con alcuni accorgimenti. Innanzitutto è possibile controllare i sintomi dell’asma con l’utilizzo della appropriata terapia con i farmaci “di fondo”, quali ad esempio i cortisonici inalatori, ai quali è possibile affiancare una terapia allergene specifico, il cosiddetto “vaccino”, che ha lo scopo di attivare e mantenere una tolleranza specifica nei confronti dell’ allergene. É inoltre molto importante ridurre nell’ambiente domestico la concentrazione degli allergeni del pelo di cane/gatto, effettuando un’accurata pulizia dei locali.

 

3. D: Per quanto tempo mio figlio dovrà effettuare la terapia per l’asma?

R: Per la cura dell’asma ci sono due categorie di farmaci. I primi sono i farmaci della cosiddetta terapia “di fondo”, cioè che devono essere utilizzati ogni giorno in modo continuativo; i secondi sono i farmaci della cosiddetta terapia “al bisogno”, cioè che devono essere utilizzati solo in particolari circostanze, ad esempio per la cura delle riacutizzazioni di asma.

Il cortisonico inalatorio è il principale farmaco della terapia “di fondo”, va utilizzato continuativamente, anche quando sembra che vostro figlio stia bene, perché ha lo scopo di raggiungere e mantenere lo stato di controllo dell’asma, cioè diminuire lo stato infiammatorio delle vie aeree e di conseguenza ridurre i sintomi (tosse, respiro con il fischio, difficoltà respiratoria) dell’asma ed anche di migliorare la funzionalità respiratoria (misurata con la spirometria). Quindi avere il controllo dell’asma significa ridurre il rischio di avere riacutizzazioni di asma. Purtroppo molti genitori tendono ad eseguire in modo discontinuo la terapia “di fondo”, interrompendola quando i loro figli stanno meglio o eseguendola solo quando il bambino presenta le riacutizzazioni di asma. Al contrario è molto importante seguire sempre con precisione le indicazioni del medico consultandolo prima di ridurre o modificare la terapia “di fondo”. Dopo aver raggiunto il controllo dei sintomi e della funzionalità respiratoria sarà il vostro medico a valutare quando sarà possibile ridurre o anche interrompere la terapia “di fondo”.
I farmaci broncodilatori a breve durata di azione (cioè che agiscono velocemente entro pochi minuti e mantengono la loro azione per almeno 4 -6 ore), quali ad esempio il salbutamolo, sono i principali farmaci della terapia “al bisogno”. Quindi questi farmaci devono essere immediatamente utilizzati quando il bambino presenta i sintomi dell’attacco acuto di asma (tosse, sibili, affanno, fame d’aria) conseguenti alla improvvisa e di grado variabile riduzione del diametro interno (bronco-ostruzione) delle vie aeree, perché hanno lo scopo di  contrastare la bronco-ostruzione e quindi di favorire la riduzione dei sintomi.

 

4. D: É meglio somministrare i farmaci con il distanziatore o con l’apparecchio per aerosol (nebulizzazione)?

R: Distanziatore e  Aerosol servono entrambi per effettuare la terapia inalatoria, permettendo la deposizione del farmaco direttamente a livello delle vie respiratorie, anche le più periferiche.

Il distanziatore deve essere sempre utilizzato insieme con lo spray predosato, è la modalità di somministrazione più corretta sia per i farmaci della terapia “di fondo”,  quali ad esempio i cortisonici inalatori, sia per il farmaco della terapia “al bisogno”, quale ad esempio il salbutamolo, nella cura dell’attacco acuto di asma.
La nebulizzazione rappresenta un’alternativa particolarmente utile in bambini con grave riacutizzazione di asma, per i quali è necessario somministrare per via aerosolica dosi ripetute ed elevate di broncodilatatore.

Articolo a cura di Paola Di Filippo

 

FAQ: Domande & risposte. Asma (Parte III)

 

1 D: Posso ridurre o interrompere la terapia se il mio bambino sta bene?

R: La terapia dell’asma è “personalizzata”: il medico, infatti, seleziona le migliori opzioni terapeutiche adatte al suo bambino, all’interno di un approccio “a gradini“, cioè basato sulla gravità dei sintomi di suo figlio. Così, ci sarà un aumento del dosaggio della terapia se i sintomi sono ancora presenti (quindi “saliamo” il gradino di terapia, gli inglesi dicono “step up“) oppure una diminuzione del dosaggio della terapia se i sintomi sono ridotti (quindi “scendiamo” il gradino, o “step down“). Lo scopo della terapia dell’asma è raggiungere e mantenere lo stato di controllo della malattia e quindi far stare bene il bambino con la minima quantità di farmaci necessari per ridurre i sintomi ed anche i potenziali effetti collaterali dei farmaci, utilizzando schemi terapeutici semplici, facilmente eseguibili dal bambino.

2 D: Perché mio figlio ha avuto un attacco d’asma nonostante stia usando la terapia continuativa “di fondo”?

R: L’asma e’ una malattia cronica che presenta nel tempo un andamento variabile della infiammazione delle vie aeree e del grado di riduzione del diametro interno (bronco-ostruzione) delle vie aeree e quindi anche dei sintomi, con episodi di perdita di controllo e la conseguente comparsa di riacutizzazioni. Le riacutizzazioni possono comparire per diversi i motivi. Ad esempio, il motivo più frequente che può causare la comparsa di un attacco d’asma è la non corretta esecuzione della terapia “di fondo” prescritta dal vostro medico. La non corretta esecuzione della terapia significa che per esempio non viene utilizzato il distanziatore, oppure che lo si utilizza in modo non corretto. Altri motivi potrebbero essere legati alla presenza contemporanea di altre condizioni che possono ridurre il controllo dell’asma, ad esempio nei soggetti che sono allergici ad allergeni (pollini, polvere, pelo di cane/gatto, alimenti) l’improvvisa esposizione a questi  allergeni può scatenare la comparsa di un attacco d’asma, soprattutto se il paziente non è ben controllato con la terapia “di fondo”. In questi casi è importante parlarne con il Curante per rivalutare il piano di cura.

 3 D: Mio figlio ha avuto un attacco d’asma: come faccio a capire quando lo devo portare in ospedale?

R: Se nonostante la terapia “di fondo“, cioè quella che il piccolo esegue ogni giorno, anche quando “sta bene”,  suo figlio ha un attacco d’asma, che si presenta con la improvvisa comparsa di tosse, difficoltà respiratoria, respiro rumoroso/sibili, fame d’aria, deve immediatamente seguire le indicazioni scritte riportate nel “piano di gestione dell’attacco acuto di asma”, predisposto dal medico del bambino; innanzitutto deve subito somministrare la terapia “al bisogno“, cioè il broncodilatatore a breve durata di azione, che agisce velocemente entro pochi minuti. Se nonostante l’esecuzione delle indicazioni contenute nel “piano di gestione dell’attacco acuto di asma” non si osserva un miglioramento di alcuni dei seguenti segni e sintomi, quali la difficoltà respiratoria e/o il respiro rumoroso/sibili, e soprattutto si osserva che il bimbo riesce a pronunciare solo poche parole/frasi e presenta colorito pallido o bluastro della pelle, dovete immediatamente andare presso il Pronto Soccorso più vicino.

4 D: Ho sentito parlare di farmaci biologici per l’asma: cosa sono? ci sono rischi?

R: I farmaci biologici per l’asma sono farmaci che sono in grado di agire su alcuni meccanismi immunologici che sono alla base della infiammazione allergica presente nei pazienti con asma allergico, bloccandone l’insorgenza e quindi riducendo i sintomi della malattia. Un esempio è Omalizumab che “blocca” gli Anticorpi IgE. Ad oggi Omalizumab è indicato, come terapia aggiuntiva, per migliorare il controllo dell’asma in pazienti di età maggiore a 6 anni con asma allergico grave e persistente, cioè che non guarisce nonostante l’assunzione quotidiana di alte dosi di steroidi inalatori e broncodilatatori. I bambini che possono accedere a questa terapia devono risultare positivi ad un aeroallergene perenne (ad esempio l’acaro della polvere) al test allergometrico cutaneo (prick test) o in vitro (RAST). Gli effetti collaterali descritti sono rari e sono rappresentati da reazioni di lieve/moderata entità locali (dolore, gonfiore, eritema nel punto di somministrazione) o diffuse (cefalea, dolore addominale superiore).

Articolo a cura di Antonino Francesco Capizzi

 

FAQ: Domande & risposte. Asma (Parte IV)

 

Decalogo sull’Asma

Un decalogo sui falsi miti dell’asma in età pediatrica, che chiarisce anche alcuni luoghi comuni su asma e COVID-19.

1. L’asma è una malattia infantile che si risolve con la crescita. Falso.

È vero che nei bambini piccoli, in età prescolare la presenza di un respiro sibilante può essere transitorio (ma questa non è asma); non è vero invece che l’asma, una volta correttamente diagnosticata, scompaia. Per questo è importante fare una diagnosi corretta, con l’ausilio delle prove di funzionalità respiratoria, al fine di evitare errori che si possano riflettere sulla vita del bambino: errori di sovrastima o sottostima delle diagnosi non sono rari.

2. L’asma è contagiosa. Falso.

Non vi è alcuna dimostrazione che l’asma sia dovuta a infezioni, per cui non è una malattia contagiosa. Bisogna però dire che alcune infezioni come quelle sostenute dai virus respiratori, possono scatenare attacchi di asma: il virus che scatena l’asma può essere trasmesso a un altro individuo.

3. Chi soffre di asma non dovrebbe svolgere attività fisica. Falso.

Talvolta si osserva un atteggiamento iperprotettivo da parte dei genitori che tendono a far evitare l’attività sportiva: ma quando l’asma è sotto controllo una regolare attività fisica determina numerosi benefici e contribuisce, in particolare, ad uno sviluppo armonico della funzione polmonare. I bambini asmatici possono praticare la maggior parte degli sport, anche a livello agonistico e la scelta dello sport deve rispettare l’inclinazione personale di ogni bambino in accordo con i genitori. Molti atleti con asma hanno vinto alle Olimpiadi la medaglia d’oro in tutte le discipline.

4. L’asma è controllabile solo con steroidi ad alte dosi. Falso.

L’asma è più spesso controllabile con steroidi per via inalatoria a basso dosaggio. Inoltre le ultime indicazioni terapeutiche per il controllo dell’asma hanno accolto i farmaci biologici per i quadri più gravi; questi farmaci controllano l’infiammazione nell’asma permettendo la riduzione della terapia steroidea.

5. L’asma può essere una conseguenza dell’allergia e peggiora con l’inquinamento. Vero. 

L’asma è spesso associata all’esposizione di allergeni, vale a dire sostanze presenti nell’ambiente come i pollini di fiori e piante, le muffe e gli acari della polvere di casa. Questa condizione si definisce “atopia”, cioè una iperproduzione di immunoglobuline E (IgE) dirette contro i comuni allergeni ambientali che scatenano la risposta infiammatoria. Inoltre la prevalenza di patologie allergiche e dell’asma in età pediatrica è aumentata a causa dell’esposizione ad inquinanti ambientali ed ai processi di urbanizzazione, soprattutto nei paesi industrializzati. Tra gli inquinanti ambientali interni il fumo di tabacco, i miceti e l’umidità, gli allergeni domestici (acari della polvere, alternaria, blattella e derivati epiteliali di cane e gatto) rappresentano i principali fattori di rischio per asma in età pediatrica.

6. Le persone con asma bronchiale possono presentare una forma più grave di COVID-19 e sono a maggior rischio di morte. Falso

Dalle revisioni sistematiche della letteratura risulta che le persone con asma bronchiale non sono maggiormente a rischio di contrarre la malattia da COVID-19. Non è documentato un aumento del rischio di COVID-19 grave nelle persone con asma bronchiale lieve o moderato ben controllato.
Inoltre, allo stato delle conoscenze, le persone con asma ben controllato non sono a maggior rischio di morte correlata a COVID-19 (Williamson, Nature 2020; Liu et al JACI IP 2021).

7. Durante la pandemia da COVID-19 sono aumentate le esacerbazioni -riacutizzazioni dell’asma. Falso

Nel 2020, in molti paesi si è verificata una riduzione delle esacerbazioni dell’asma e delle malattie respiratorie legate all’influenza. Le ragioni non sono note, ma sono dovute probabilmente alle misure di prevenzione (lavaggio delle mani, uso delle mascherine e distanziamento fra persone) che hanno ridotto l’incidenza di altre infezioni respiratorie come l’influenza.

8. Per ridurre il rischio di diffusione del virus SARS-CoV-2 è consigliabile evitare l’uso dei nebulizzatori elettrici. Vero 

Per la terapia dell’asma è preferibile utilizzare le bombolette pressurizzate predosate e il distanziatore ad  eccezione delle riacutizzazioni molto gravi.

9. La spirometria non si deve eseguire nei bambini con infezione da SARS-CoV-2 confermata o sospetta. Vero

La spirometria presenta un alto rischio per la trasmissione del virus SARS-CoV-2 per l’emissione di goccioline contaminate durante l’esecuzione del test. In particolare il boccaglio, il flussimetro e lo stringinaso sono possibili strumenti di contaminazione e diffusione del virus.

10.  Il controllo dell’asma a distanza, mediante l’ausilio della telemedicina, può essere di aiuto nel controllo dei sintomi. Vero

Sono già disponibili in via sperimentale nuovi strumenti che, in particolare, misurano la saturazione dell’ossigeno e servono ad eseguire la spirometria. I dati ottenuti possono essere trasmessi dai pazienti direttamente agli specialisti di riferimento per il monitoraggio dell’asma e la conseguente conferma o modifica della terapia.

Articolo a cura della redazione web

 

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