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Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) La Bronchiolite nei Bambini: Sintomi, Trasmissione e Cure

Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) è un virus ubiquitario ed altamente diffusivo; si stima che possa infettare oltre il 60% dei lattanti e quasi tutti i bambini entro i 2 anni di vita, con un picco di incidenza nella fascia di età compresa tra 3 e 6 mesi. Il VRS è un agente infettivo a RNA a singolo filamento negativo, appartenente alla famiglia Pneumoviridae e codificante per circa 10 diverse proteine, di cui 2 glicoproteine antigeniche maggiori: G e F. La proteina G o proteina di attacco media l’adesione del virione ai recettori della cellula ospite ed induce la formazione di anticorpi neutralizzanti. La proteina F, invece, induce la fusione dell’envelope virale con la superficie della cellula ospite e gioca un ruolo importante nella patogenesi, esitando nella formazione di sincizi e cellule giganti multinucleate che portano a morte cellulare. 

Il Virus sincinziale negli scimpanzé e nei bambini

Il VRS fu isolato nel 1956 in un gruppo di scimpazee e, l’anno seguente, venne isolato anche in campioni provenienti da tamponi orofaringei di bambini con gravi manifestazioni legate a malattie respiratorie. Fu interessante notare come il virus sincinziale responsabile della bronchiolite isolato fosse in grado di indurre la formazione di sincizi, grazie all’attività della proteina di fusione F.

La trasmissione del virus della bronchiolite

Il virus sinciniziale respiratorio è altamente diffusivo e ubiquitario, che si trasmette per via aerea o per contatto diretto o indiretto con materiale infetto. La trasmissione può pertanto avvenire facilmente da persona a persona, tramite secrezioni infette emesse con tosse o starnuti, o tramite contatto con oggetti o superfici infette contaminate (stoviglie, maniglie delle porte, giocattoli o culle…) sulle quali il virus può sopravvivere per molte ore. 

Durata e incubazione del virus sinciziale

Il periodo di incubazione è variabile tra 3 e 5 giorni. Una volta contratto, il VRS viene eliminato dal paziente nell’ambiente per periodi variabili, restando contagioso per circa 5-12 giorni. La durata dell’infezione è variabile, sino a 3 settimane.

Le manifestazioni cliniche della Bronchiolite negli adulti, nei bambini, nei neonati

Le manifestazioni cliniche della bronchiolite sono differenti in base all’età: il VRS nel lattante può essere causa di bronchiolite acuta, nell’età prescolare può esacerbare episodi di wheezing, in età scolare può determinare riacutizzazioni dell’asma bronchiale, nell’adulto e nell’anziano riacutizzazioni di BPCO e quadri respiratori molto insidiosi. La forma più nota e temibile del VRS è la bronchiolite, malattia infettiva virale che inizia a livello delle vie aeree superiori e successivamente interessa soprattutto i bronchi più piccoli (bronchioli). Qui si sviluppano segni di infiammazione, con ispessimento della mucosa e produzione di veri e propri tappi di muco che ostacolano gli scambi gassosi, provocando difficoltà respiratoria di grado variabile. 

Il decorso clinico della bronchiolite

Il decorso clinico della bronchiolite prevede solitamente un periodo di circa 4-6 giorni di incubazione e successiva comparsa di sintomi quali raffreddore per 1-3 giorni, tosse ed una sempre più marcata inappetenza e possibile conseguente disidratazione. In circa un terzo dei pazienti ci può essere un peggioramento clinico, con comparsa di difficoltà respiratoria, aumento della frequenza respiratoria (respiro accelerato), alitamento delle pinne nasali, rientramenti al giugulo e negli spazi intercostali, fino a distress respiratorio severo, letargia e necessità di ossigenoterapia.

 

Diagnosi del virus sinciziale della bronchiolite, cura e terapia

La diagnosi di bronchiolite è clinica: un’accurata anamnesi e l’esame obiettivo sono sufficienti per porre diagnosi di bronchiolite. La diagnosi di infezione da VRS può essere effettuata mediante l’identificazione del virus su materiale biologico, tramite esecuzione di tampone nasofaringeo. Non hanno alcuna utilità, se non in casi di dubbio diagnostico o di presentazione clinica grave, esami ematochimici, indagini infettivologiche, radiografia del torace. Di recente è invece aumentato il ricorso all’ecografia del torace.

Cura e terapia della bronchiolite nei bambini e neonati

Non esiste una terapia eziologica ma solo di supporto. Le forme lievi di bronchiolite possono essere gestite nella maggior parte dei casi a domicilio con uno stretto monitoraggio da parte dei genitori del bambino affetto da VRS ed un’adeguata e puntuale informazione al proprio pediatra. Quest’ultimo porrà indicazione a recarsi presso un presidio di pronto soccorso qualora dal quadro clinico della bronchiolite emergano segni d’allarme o sintomi dubbi per peggioramento o gravità del quadro. Il trattamento e la cura della bronchiolite sono di supporto, non esistendo una terapia virus-specifica, e si basa su una corretta idratazione ed alimentazione del bambino, una gentile e superficiale aspirazione delle alte vie aeree ed un adeguato mantenimento di pervietà delle vie respiratorie, praticando lavaggi nasali più volte al giorno, soprattutto prima di ogni poppata. Anche nei casi che richiedono ricovero ospedaliero, la terapia del paziente con bronchiolite è principalmente di supporto: adeguata idratazione e/o somministrazione di liquidi. Il supporto respiratorio con ossigeno è spesso necessario in bambini con distress respiratorio e apnea. 

Non è indicata nessuna terapia con antibiotici, antinfiammatori, cortisonici per la cura della bronchiolite

 

Fattori di pericolosità della bronchiolite e bambini a rischio

I soggetti più a rischio per lo sviluppo di una bronchiolite severa sono i neonati e i bambini. Sono soggetti a rischio i neonati prematuri, i neonati sotto i 3 mesi di vita, i bambini affetti da riduzione delle assunzioni idrocaloriche spontanee (<50% rispetto al fabbisogno quotidiano), i bambini affetti da cardiopatie congenite emodinamicamente significative, i bambini affetti da patologie polmonari croniche, disturbi del sistema immunitario, malattie neurologiche. Anche i fattori ambientali quali l’allattamento al seno materno di durata inferiore ai 6 mesi, l’esposizione al fumo di tabacco, la vita vissuta in ambienti sovraffollati, l’inquinamento atmosferico sono fattori di rischio bronchiolite. Infine, i fattori sociali, come la vicinanza a strutture ospedaliere, la povertà, la scarsa compliance dei caregivers rappresentano fattori di rischio per un decorso clinico della bronchiolite più sfavorevole.

Precauzioni da adottare dopo aver sviluppato bronchiolite

I bambini che hanno contratto la bronchiolite, soprattutto se grave e con necessità di ricovero ospedaliero, tendono ad avere un rischio più elevato di sviluppare wheezing o asma nelle età successive. La percentuale di rischio è intorno al 30% ed è quindi importante segnalare la bronchiolite nella storia clinica di un bambino.

Autore: Federica Xerra, MD

Revisore: Sara Manti, MD, PhD

Giugno 2024

Bibliografia:

  1. Manti S, Staiano A, Orfeo L, et al. UPDATE – 2022 Italian guidelines on the management of bronchiolitis in infants. Ital J Pediatr. 2023;49(1):19.
  2. Singh S, Maheshwari A, Namazova I, Benjamin JT, Wang Y. Respiratory Syncytial Virus Infections in Neonates: A Persisting Problem. Newborn (Clarksville). 2023;2(3):222-234.

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