Il wheezing in età prescolare e l’asma che caratterizza l’età scolare sono condizioni respiratorie tra le più diffuse nei bambini e rappresentano un importante onere per il sistema sanitario globale. Tali entità, pur condividendo simili presentazioni cliniche, possono essere determinate da differenti meccanismi fisiopatologici a livello polmonare. Lo studio di tali “endotipi” è essenziale per sviluppare terapie mirate più efficaci sia per i bambini in età prescolare che per quelli in età scolare.
La complessità del wheezing in età prescolare: wheezing episodico virale – wheezing da trigger multipli
E’ noto che la frequenza e la severità degli episodi di wheezing prescolare sono fattori predittivi di declino della funzionalità polmonare durante l’infanzia. Studi recenti evidenziano che quasi la metà dei bambini sotto i sei anni sperimenta almeno un episodio di wheezing. Tuttavia, solo un terzo di questi svilupperà l’asma in età scolare. Sulla base della presentazione clinica, sono stati storicamente identificati alcuni fenotipi di wheezing prescolare (come il “wheezing episodico virale” o il “wheezing da trigger multipli”). Tali classificazioni non tengono però conto dei meccanismi patogenetici sottostanti i diversi tipi di wheezing.
Differenze tra wheezing atopico e non atopico: Efficacia dei corticosteroidi inalatori nel wheezing prescolare
Dallo studio di campioni delle basse vie aeree di pazienti con wheezing prescolare ricorrente sono emersi differenti endotipi di wheezing (wheezing atopico o non atopico, con basso o alto tasso di infezioni), riflettendo la stessa eterogeneità caratteristica dell’asma in età scolare ed adulta. In particolare, solo il 25% dei pazienti con wheezing in età prescolare sembra avere un endotipo atopico (con elevata infiammazione Th-2, ovvero asma indotta da infezioni), mentre nel 75% dei casi vie è una bassa infiammazione Th-2. Nonostante ciò, l’approccio terapeutico più diffuso nella pratica clinica nel trattamento del wheezing prescolare, ovvero l’utilizzo di corticosteroidi inalatori (ICS), è unico per tutti i pazienti, indipendentemente dallo specifico endotipo di wheezing considerato. Prove crescenti indicano che solo i bambini con un chiaro profilo di asma da infiammazione di tipo Th-2 a livello delle vie aeree risponde in modo efficace a questa terapia. Nei restanti casi, l’uso non mirato dei corticosteroidi potrebbe risultare inutile o addirittura dannoso.
Biomarcatori per il trattamento dell’asma pediatrico
Questo evidenzia la necessità di trovare biomarcatori non invasivi per identificare precocemente i bambini che trarranno beneficio dagli ICS e quelli che necessitano di approcci alternativi, come l’uso mirato di antibiotici per i casi di wheezing associati ad infezioni batteriche (con infiammazione neutrofilica a livello delle vie aeree). Eosinofili periferici e ossido nitrico esalato (FeNO) sono attualmente già utilizzati per definire il profilo endotipico nei pazienti pediatrici con asma, ma i loro cut off per l’età prescolare ad oggi non sono noti. Recentemente, i cosiddetti farmaci biologici (omalizumab, mepolizumab, dupilumab) hanno rivoluzionato il trattamento dell’asma severa nei bambini in età scolare con infiammazione di tipo Th-2. Il più recente tezepelumab è invece attualmente l’unico farmaco disponibile anche in caso di assenza di biomarcatori dell’infiammazione Th-2. Purtroppo, l’utilizzo di tali farmaci nei bambini più piccoli è ancora limitato a causa della scarsità di studi clinici.
Il futuro nel trattamento di wheezing e asma: Lisati batterici per wheezing e asma
È noto come la presenza di specifici batteri a livello delle alte vie aeree abbia un potenziale effetto protettivo contro lo sviluppo dell’asma, suggerendo che interventi mirati sul microbioma potrebbero rappresentare una futura opzione terapeutica. Anche l’utilizzo di lisati batterici, come OM-85 BV, grazie a meccanismi di immunomodulazione, ha dimostrato di ridurre l’infiammazione delle vie respiratorie, migliorando i sintomi nei bambini con wheezing.
Fattori ambientali e ormonali. Ruolo dell’inquinamento nell’asma infantile
L’inquinamento atmosferico, sia indoor che outdoor, è un fattore cruciale nello sviluppo e nella severità dell’asma. L’esposizione prolungata a particolato fine (PM2.5) e a gas inquinanti come il biossido di azoto può indurre infiammazione e rimodellamento delle vie respiratorie. Inoltre, il ruolo degli ormoni sessuali nella progressione e nella gravità dell’asma è sempre più riconosciuto. Mentre vi è una prevalenza di asma nel sesso maschile durante l’infanzia, durante e dopo l’adolescenza questo rapporto si inverte e in età adulta è il sesso femminile quello più colpito. Attualmente si ipotizza un ruolo protettivo nei confronti dell’asma da parte degli androgeni, ma il meccanismo esatto con cui gli ormoni sessuali influenzino la patogenesi dell’asma ad oggi non è noto.
Conclusioni
Il wheezing nei bambini in età prescolare e la progressione verso l’asma rappresentano condizioni eterogenee che richiedono un approccio personalizzato. L’identificazione di biomarcatori oggettivi, l’uso dei farmaci biologici e lo sviluppo di terapie alternative, come i lisati batterici, offrono nuove speranze per migliorare la gestione di queste condizioni. Un approccio guidato dall’endotipo, potrebbe rendere possibile non solo un miglior controllo dei sintomi ma anche la prevenzione della progressione verso l’asma nei bambini con wheezing prescolare.
Bibliografia
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