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- Le infezioni delle vie aeree in età pediatrica

Volume 7, Numero 25 - Marzo 2007

La rinosinusite in età pediatrica

La patologia rinosinusale presenta, in pediatria, la stessa frequenza che presenta nell’adulto e un adeguato approccio diagnostico e terapeutico è essenziale per evitare problemi quali il complicarsi della patologia, la sua cronicizzazione o il suo recidivare. Sul piano eziologico la rinosinusite nasce pressoché costantemente come forma virale e tale può rimanere. Nella massima parte dei casi, tuttavia, la riduzione di calibro o la chiusura dei meati isola i seni coinvolti e permette lo sviluppo della flora batterica che normalmente colonizza il rinofaringe. Da virale, la forma diviene, quindi, batterica e i germi coinvolti sono Streptococcus pneumoniae (Sp), Haemophilus influenzae (Hib), Moraxella catarrhalis (Mc) e, più raramente, Streptococcus pyogenes. Non esistono sintomi patognomonici di rinosinusite. Il quadro clinico è, infatti, eterogeneo e comprende una serie di segni e sintomi quali rinorrea anteriore e posteriore, ostruzione nasale, febbre, alitosi, cefalea, dolore al volto, dolore orbitale, edema più o meno marcato a livello della regione periorbitale, tosse. La diagnosi è essenzialmente clinica; non servono altri esami, se non per la valutazione dei casi associati a complicanze, perché nessuno di quelli di facile esecuzione è sufficientemente specifico e sensibile. La terapia è solitamente soltanto medica e si fonda sull’uso di antibiotici la cui scelta sarà guidata sia dal tipo di patogeni probabilmente in causa, sia dal fatto che la sintomatologia sia acuta, subacuta o cronica, sia dalla sua gravità. Assai poco utili risultano essere le terapie adiuvanti, con l’eccezione dell’irrigazione nasale con soluzione fisiologica che permette di migliorare la clearance muco-ciliare.