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- Novità del Congresso SIMRI 2013

Volume 12, Numero 47 - Settembre 2012

Ossigenoterapia: tra alti e bassi flussi

La grande diffusione dell’ossigenoterapia e la relativa facilità di prescrizione ed uso, ha distolto l’attenzione della gran parte degli operatori sanitari da questo farmaco, portando a sottovalutarne modalità di somministrazione ed effetti collaterali. L’introduzione, dalla fine degli anni Novanta, di cannule che permettono di somministrare ossigeno ad alti flussi, umidificato e riscaldato, ha nuovamente attirato l’attenzione della comunità scientifica ed ha ampliato le indicazioni all’utilizzo di questo farmaco nelle terapie intensive neonatali e in situazioni di insufficienza respiratoria acuta, che in precedenza richiedeva intubazione, come nel caso della bronchiolite. Ad oggi, l’indicazione all’utilizzo di bassi flussi di ossigeno rimane per le condizioni cliniche che non richiedano FiO2 superiore al 28%. Nelle altre situazioni, onde evitare l’insorgenza di complicazioni legate alla somministrazione di gas freddo e non umidificato, quali secchezza delle mucose e compromissione della clearance mucociliare, è opportuno utilizzare cannule ad alto flusso collegate a umidificatore / riscaldatore. Nel presente lavoro riportiamo indicazioni e modalità di somministrazione dell’ossigeno in ambiente ospedaliero, focalizzando l’attenzione su bassi ed alti flussi..