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2023 26 LUG

Quale dovrebbe essere la durata ottimale di una terapia antibiotica in una polmonite acquisita in comunità?

Allo stato dell’arte, è ancora estremamente controverso quale debba essere la durata di una terapia antibiotica ottimale in una polmonite acquisita in comunità (CAP). Ecco qui una recente metanalisi pubblicata nel 2022 che potrà aiutare a chiarirsi le idee.

 

La CAP colpisce ogni anno lo 0,3%-1,5% dei bambini, nei paesi occidentali. L'attuale strategia di trattamento standard previsto dalle linee guida internazionali è di 7-10 giorni di Amoxicillina orale, indipendentemente dall'eziologia.

Estremamente variabile risulta essere il dosaggio utilizzato per il trattamento delle polmoniti acquisite in comunità che, a seconda della regione geografica e dei profili di resistenza batterica, varia notevolmente, passando da terapie a basse dosi a terapie a medie ed anche ad alte dosi. 

Da un punto di vista epidemiologico nei bambini sotto i 5 anni generalmente vediamo coinvolti virus o infezioni virali e batteriche miste, dopo i 10 anni invece è maggiormente protagonista il Mycoplasma Pneumoniae. In tutte le età, però, il patogeno più diffuso risulta essere lo Streptococcus Pneumoniae.

Vi è sempre stato disaccordo su cosa si dovesse intendere per “durata ottimale” di una terapia antibiotica mirata a trattare una polmonite acquisita in comunità in bambini al di sopra dei 6 mesi di vita.

Sebbene le linee guida internazionali per questa patologia, al momento, prevedano un trattamento chiamato “long therapy” (di 7-10 giorni), numerosi studi stanno cercando di evidenziare i potenziali benefici che una terapia antibiotica “short” (di 3-5 giorni) potrebbe apportare.

Ad esempio, la letteratura ci dice che minore è il numero di giorni di antibioticoterapia efficace, maggiore è la possibilità di prevenire lo sviluppo di potenziali resistenze batteriche, riducendo al minimo l’esposizione di batteri patogeni o della normale flora microbica ad antibiotici. Questo comporterebbe un minor rischio di alterare il microbiota intestinale o di selezionare ceppi resistenti.

Terapie più brevi ridurrebbero anche la probabilità di incorrere in possibili eventi avversi come la diarrea o sensibilizzazioni ai farmaci utilizzati.

E’ stata recentemente condotta una metanalisi per confrontare l’efficacia della “short therapy” (3-5 giorni) nella polmonite acquisita in comunità con un trattamento antibiotico tradizionale “long therapy”(7-10 giorni) nei bambini sopra i sei mesi.

Veniva valutato come end point primario il potenziale rischio di ospedalizzazione o di ritrattamento ad un mese dall’utilizzo di una “short therapy”. 

L’end point secondario mirava ad analizzare potenziali effetti avversi della terapia antibiotica per cercare di comprendere se le due strategie di trattamento (short versus long) mostrassero significative differenze.  

La metanalisi ha concluso che una durata breve di trattamento antibiotico risulta essere ugualmente efficace e sicura se paragonata alla “long therapy”. Il fallimento terapeutico, ovvero la necessità di effettuare un nuovo trattamento o di essere ricoverato entro un mese, avevano percentuali simili tra pazienti trattati con terapia short o long.

Per quanto riguarda la comparsa di eventi avversi come diarrea o eruzione cutanea, tali condizioni sono state osservate in entrambe le tipologie di trattamento, anche se precedenti studi hanno affermato che ogni giorno aggiuntivo di terapia antibiotica aumentava i tassi di effetti avversi correlati agli antibiotici(2). Questa discrepanza di risultati ci porta a considerare che ulteriori studi dovranno essere effettuati per analizzare al meglio tale aspetto.

Infine, un’ulteriore considerazione presente in questa metanalisi riguardava i dosaggi della terapia antibiotica associati alla durata della stessa.

In alcuni studi veniva prescritta Amoxicillina ad alte dosi (80-100 mg / kg / die), in altri studi Amoxicillina a basse dosi (35-50 mg / kg / die) ed entrambe le posologie venivano applicate indistintamente alla “short therapy” così come alla “long therapy”.

La metanalisi ha dimostrato che entrambe le terapie, che siano esse ad alte dosi per lunghi periodi o a basse dosi per brevi periodi, non presentano profili di inferiorità in termini di efficacia di trattamento o di effetti collaterali secondari, a dimostrazione del fatto che andrebbe presa in considerazione nella pratica clinica anche una terapia “short” a basse dosi, in quanto potenzialmente ugualmente efficace.

In conclusione, recenti studi stanno sempre più cercando di dimostrare i benefici di una “short therapy” versus una terapia tradizionale per la CAP nei bambini di età superiore ai 6 mesi, nei paesi ad alto sviluppo.

Obiettivo futuro sarà quello di iniziare a prendere in considerazione nella pratica clinica questa nuova tipologia di trattamento, venendo però supportati da nuovi ed ulteriori studi che possano avvalorare queste prime evidenze e, perché no, contribuire a ridefinire le attuali linee guida di trattamento.

 

BIBLIOGRAFIA

I. Kuitunen, J. Jääskeläinen, M. Korppi, and  M. RenkoAntibiotic Treatment Duration for Community-Acquired Pneumonia in Outpatient Children in High-Income Countries—A Systematic Review and Meta AnalysisClin Infect Dis. 2023 Feb 1; 76(3): e1123–e1128. Published online 2022 May 17. DOI: 10.1093/cid/ciac374

Curran J, Lo J, Leung V, et al. Estimating daily antibiotic harms: an umbrella review with individual study meta-analysis. Clin Microbiol Infect 2022; 28:479––90. PMID: 34775072. DOI: 10.1016/j.cmi.2021.10.022

Articolo a cura di Giulia Canali