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2023 20 DIC

Cambiamento climatico. Asma. Allergie. Cosa si può fare nel concreto? Analisi delle misure di adattamento al cambiamento climatico per l’asma infantile: una revisione sistematica delle prove epidemiologiche

Il cambiamento climatico globale (GCC) è considerato come la più grande minaccia per la salute umana nel 21esimo secolo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto che ci saranno circa 250.000 decessi in più ogni anno a causa del GCC tra il 2030 e il 2050 in tutto il mondo e stima, inoltre, che 1,4 miliardi di residenti urbani respirano ogni giorno aria inquinata con concentrazioni superiori ai valori guida forniti sull’aria in tutto il mondo. Recentemente, il sesto rapporto di valutazione del gruppo di lavoro I del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici ha valutato nuove prove scientifiche rilevanti e ha concluso che il sistema climatico mondiale sta cambiando rapidamente, in gran parte a causa dell’attività antropica.  Ma qual è l’impatto che tutto ciò può avere sulla nostra salute respiratoria?

L’aumento della temperatura, che a sua volta determina eventi metereologici estremi come ondate di caldo, incendi, tempeste, siccità, è uno degli indicatori più importanti del cambiamento climatico globale. Questo incremento di temperatura ha sconvolto tutti gli ecosistemi del mondo, causando danni a molteplici aspetti del tessuto sociale, dell’ambiente e della salute umana.

È oramai ben stabilito il nesso causale tra riacutizzazione dell’asma, rinite, dermatite atopica e qualità dell’aria, che è destinata a peggiorare con l’aumento delle temperature, che a loro volta determineranno un aumento della concentrazione del biossido di azoto (NO2) proveniente dai veicoli a combustione fossile. 

Nonostante queste evidenze, i Paesi di tutto il mondo continuano a fare pochi progressi per rallentare il ritmo del cambiamento climatico globale. 

Sebbene il GCC rappresenti un rischio importante per la salute umana di tutti, vi sono alcune categorie di individui maggiormente a rischio di eventi avversi e tra questi troviamo anziani, bambini, donne incinte e persone con malattie croniche. 

Non è un caso che asma e allergie siano tra le malattie infantili più comuni, con un impatto significativo importante in primis sull’individuo e poi sulla sua famiglia e infine sulla comunità.

I bambini sono più vulnerabili per molteplici ragioni. Nella fascia tra gli 0 e i 4 anni questi hanno un rischio di esposizione ad agenti tossici per unità corporea più elevato, un sistema immunitario immaturo, organi immaturi, in via di sviluppo e infine una ridotta capacità di termoregolare. 

Tra i 5 e i 9 anni, fascia con la più alta prevalenza di asma, sembra che il fattore di suscettibilità maggiore sia rappresentato dalla variazione di temperatura diurna e dalla suscettibilità maggiore di questa categoria di bambini proprio verso questa variazione e infine nella fascia tra i 10 e i 14 anni, fascia di età in cui è maggiore il gioco all’aperto, pare che sia proprio l’esposizione al freddo ad essere l’elemento trigger maggiore per la comparsa di crisi d’asma.

A dimostrazione di questo alcuni studi di Galles e regno Unito, dove certamente i climi sono ben diversi dai nostri, hanno valutato i benefici per la salute derivanti dall’adozione di adeguate misure di ventilazione e riscaldamento domestico e hanno dimostrato che la riduzione degli sbalzi termici nelle case (con adeguamento del riscaldamento domestico) associata ad un’adeguata ventilazione degli ambienti (ovvero aprire le finestre nelle ore più calde della giornata quando però non vi era traffico) faceva si che i bambini passassero dall’avere un’”asma grave” ad un’”asma moderato”, senza altri interventi. 

Rimane tuttavia evidente che la continua esposizione all’inquinamento atmosferico non può che costituire un onere aggiuntivo per la salute respiratoria del bambino, i cui polmoni sono comunque immaturi fino all’età adulta. Per i soggetti allergici invece, l’aumento delle temperature comporterà fioriture sempre più precoci e sempre più lunghe con il rischio di peggioramento delle allergie ed esacerbazione di crisi asmatiche.

È stata effettuata una revisione sistematica della letteratura volta a ricercare quali misure siano effettivamente utili e cosa possa essere messo in campo per la salvaguardia della salute dei più piccoli.

Sono state proposte diverse misure per cercare di ridurre l’impatto del GCC sull’individuo ma al momento nulla, a parte il controllo della temperatura in ambiente domestico nelle regioni a climi più rigidi, ha dimostrato di apportare risultati concreti e conclusivi. 

Poiché sia il GCC che le conseguenze dirette che questo sta avendo sulla salute umana sono in netto aumento, è imperativo nel breve termine esplorare quali misure possano essere utilizzate per ridurre al minimo gli impatti climatici sulle allergie, sull’asma e sulla qualità della respirazione soprattutto nei bambini. 

Nuovi studi e nuove riflessioni sull’argomento dovranno dunque essere all’ordine del giorno. 

 

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Articolo a cura di Giulia Canali